La dinamica del disastro porta ad escludere in modo netto l’errore umano del macchinista. I 14 vagoni merci trasportavano materiale altamente infiammabile e pericoloso come il Gas Propano Liquido (Gpl); motivo per cui avrebbero dovute essere sottoposti a un monitoraggio supplementare prima di consentire il beneplacito per la circolazione ferroviaria. La società austriaca proprietaria dei vagoni ha affermato di aver sottoposto a revisione i carrelli e, in particolare modo, il carrello che ha ceduto di schianto. La motivazione per la quale il carrello si sia spezzato sta nel fatto che la società proprietaria dei vagoni, commissionando la revisione dei mezzi ha contestualmente fornito il materiale (riciclato) mediante il quale procedere all’operazione. Ovviamente la società proprietaria dei vagoni merci non è l’unica responsabile di questo massacro di innocenti, ma ad accompagnarla nell’ignominia troviamo le Ferrovie dello Stato (Fs) ed il Governo italiano.
Ancora più ipocrita è la posizione del governo Berlusconi. Al di là dell’ormai collaudata sindrome del “super-io” che ha preso in ostaggio il presidente (dopo poche ore già millantava di risolvere la situazione come a L’Aquila!), c’è da rimarcare il fatto che questo governo, così come quelli che lo hanno preceduto negli ultimi decenni, ha incentrato le proprie politiche economiche sui tagli alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Sul versante dei trasporti ferroviari l’Italia proviene, sulla scia del Trattato di Maastricht, da anni di liberalizzazioni selvagge. Assistiamo, ogni anno, oltre al venire meno della sicurezza per i lavoratori del trasporto, per gli utenti ed i cittadini (come il massacro di Viareggio impietosamente ha dimostrato) anche a continui aumenti del servizio e ad un sempre più marcato deterioramento delle condizioni dei treni che trasportano persone.
La posizione del governo, oltre che politicamente inaccettabile, è anche umanamente ipocrita se si pensa che il Consiglio dei Ministri ha deliberato lutto nazionale e funerali di stato per le vittime. È questo un insegnamento importante: lo Stato borghese che amministra un capitalismo in crisi putrescente può garantire solo stragi e morti in nome del profitto, salvo poi beffare la memoria delle vittime con queste farse ignobili.
Un’ulteriore spiegazione di questa strage deriva dalle caratteristiche di ogni sistema economico incentrato sui principi capitalistici, vale a dire l’accumulazione dei profitti e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. I morti di Viareggio (ad oggi 22) sono l’ennesima dimostrazione della disumanità di questo sistema economico, di quanto siano incompatibili il concetto di sicurezza sui luoghi di lavoro e quello di accumulazione del profitto.
Questo sistema economico produrrà, per potersi garantire la sopravvivenza, altre stragi come questa in futuro: se non vi si contrapporrà un’opposizione sociale che sappia garantire, oltre alle rivendicazioni transitorie, una radicale alternativa di sistema. Urge pertanto la necessità di mobilitare tutti coloro i quali subiscono il giogo capitalistico per costruire una mobilitazione generale, unitaria e di massa fino alla cacciata del governo Berlusconi e all’instaurazione di un sistema economico e sociale radicalmente alternativo a quello capitalistico.