Partito di Alternativa Comunista

Roma: OPPOSIZIONE ALL'IMPERIALISMO ED AL CAPITALISMO

OPPOSIZIONE ALL'IMPERIALISMO ED AL CAPITALISMO

 

La visita di questi giorni da parte di George W. Bush in Italia non comporta un momento di rinnovato feeling con i vertici politici dello Stivale. Al contrario il presidente degli Stati Uniti viene ad incontrare il rappresentante di uno dei settori più influenti della borghesia italiana, Silvio Berlusconi.

Nonostante gli sforzi dialettici dei massimi esponenti della sinistra italiana da poco uscita dal parlamento, i rapporti tra i due paesi sono sempre stati ottimi; e con questo incontro, che cade a solo un anno di distanza dal precedente, verranno ampliate e sviluppate le politiche guerrafondaie e colonizzatrici. Allo stesso modo però non riteniamo corretto concentrare su di un’unica persona, Bush in questo caso, l’analisi della situazione globale. Il presidente statunitense, sebbene tra i più rilevanti, è solo uno dei protagonisti dello scacchiere internazionale, solo uno degli uomini-simbolo dello scontro tra imperialismi (europei, russo, cinese…) cui assistiamo giorno per giorno.

La settimana scorsa si è svolto a Roma il congresso mondiale della Fao; i potenti della Terra hanno finto di meravigliarsi che in giro per il pianeta possa ancora esserci chi muore di fame e stenti. Le loro risposte alla crisi alimentare sono blande e, di sicuro, inefficaci nel medio e lungo termine. Le manovre proposte in questo summit hanno tutte l’obiettivo malcelato di rimettere in moto le economie dei paesi occidentali attuando con sempre maggiore ferocia e arroganza strategie colonizzatrici e di sfruttamento indiscriminato delle risorse energetiche e naturali.

A nessuno di questi leader viene in mente che uno dei principali motivi della fame nel mondo sia il piano, ampiamente premeditato ed elaborato dal neoliberismo, di guerra globale. Piano di cui la Nato è uno dei massimi artefici, con Usa ed Europa sempre pronte ad inviare truppe che partono dalle tante basi militari presenti nel Vecchio continente come quelle in Sardegna e Kosovo. 

Si pensi alla Colombia ed Haiti (dove l’Onu per mano dei militari brasiliani soffoca la rivolta popolare) in Sud America; ad Algeria, Uganda e Sudan (le stime ufficiali parlano di 300.000 morti dal 2003 ad oggi in Darfur) in Africa; al medio oriente in Libano e Palestina, all’Iraq (le vittime civili raggiungono il milione di unità) e all’Afghanistan (più di 30.000 morti tra la popolazione dal 2001) in Asia. E ovviamente il bollettino di guerra non si esaurisce qui…

Questi conflitti sono necessari alle potenze imperialiste per conquistare o incrementare le rispettive sfere di influenza economica, rendendo quindi le zone occupate delle vere e proprie colonie mascherandole da Stati “indipendenti” in cui si svolgono “libere” elezioni.

Altra conseguenza della crisi alimentare è lo sfruttamento continuo con cui le multinazionali, diretta emanazione delle borghesie imperialiste, agiscono nei territori economicamente più redditizi depredando senza sosta le risorse, energetiche e alimentari, che poi saranno introdotte nel mercato globale secondo le norme fissate dal Wto. È così che le piantagioni che hanno offerto cibo per secoli alle popolazioni del Sud America sono convertite in intere distese per la produzione di etanolo per soddisfare la domanda di combustibile del mercato yankee.

 

Il Partito di Alternativa Comunista ritiene necessarie le seguenti parole d'ordine:

 

§   in nome dell'autodeterminazione dei popoli solidarietà antimperialista a tutte le rivolte che si susseguono negli scenari di guerra;

 

§   opposizione alle politiche imperialiste, indipendentemente dal colore e dalla nazionalità dei governi che le elargiscono;

 

§   per la chiusura di tutte le basi militari presenti in Italia, in Europa e nel mondo intero;

§   per la riconversione ad usi civili e sotto il controllo dei lavoratori delle basi militari;

§   per lo scioglimento della Nato in quanto polo imperialista che dissemina sul territorio mondiale sfruttamento, oppressione e morte.

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