Napoli
Qui non giochiamo con i pacchi:
la Brau è occupata
di Nicola De Prisco
(Brau in agitazione; Pdac Napoli)
La Brau – Biblioteca di
Ricerca di Area Umanistica – è probabilmente la migliore biblioteca di Napoli:
è situata nel cuore della città, ospita un patrimonio di 300.000 libri ed è a
consultazione diretta.
Nel 1995 l’ex convento di Sant’Antoniello viene concesso in comodato d’uso
gratuito all’Università degli Studi di Napoli Fderico II. Per la
ristrutturazione dell’intera struttura, che comprende anche il Palazzo Conca,
furono spesi più di sette milioni di euro, provenienti in parte da fondi
europei, in parte dell’ateneo.
Ma dall’apertura
ufficiale, avvenuta il 26 gennaio 2009, abbiamo assistito alla riduzione
progressiva dell’orario di ufficio. A dicembre 2012 l’orario di chiusura era
previsto alle 16,45 e addirittura alle 14,15 il venerdì. Poi da gennaio il
“salto di qualità”: si chiude alle 14,15 in tutti i giorni dispari.
Per i lavoratori
significa meno salario, per gli studenti, in particolare per i pendolari, meno
tempo per studiare e, per i ricercatori, significa non avere neanche il tempo
di ricercare... il libro!
Tagli continui al fondo di finanziamento ordinario e all’istruzione pubblica,
blocco del turn over con la Legge Gelmini, impossibilità di assumere nuovo
personale a seguito di decessi e pensionamenti: queste le cause in ordine
cronologico.
A fronte di tasse sempre più elevate, i servizi pubblici sono sempre più
inesistenti ma i “nostri” governi borghesi spendono i soldi per finanziare le scuole private (cattoliche
per lo più), per comprare gli F35, e per le “grandi opere” come la Tav Torino
Lione o il Mose a Venezia – per le quali solo nell’ultima finanziaria sono
stati stanziati rispettivamente 790 e 1.200 milioni di euro – inutili alle
masse proletarie, utilissime però per padroni, banchieri e in generale, per
ammortizzare la brutale caduta del saggio di profitto, conseguente alla crisi
strutturale del Capitalismo.
Gli studenti stanno avvertendo sempre più chiaramente il soffocante peso di un
fardello che impedisce loro di respirare e di guardare verso il futuro con un
sentimento di dignità. Qualcuno inizia a percepire l’esigenza di muoversi, e nel
muoversi, avverte le catene, e con esse, l’esigenza di spezzarle.
E’ in questo contesto,
nella consapevolezza del pericolo, in prospettiva, di chiusura totale della
struttura, che gli studenti hanno deciso, votando a larga maggioranza in
assemblea, dal 14 gennaio, di occupare il primo piano della struttura
fino alle 19,00.
Il 17/01 la direttrice
Golia, per costringere ad uscire gli occupanti, ha fatto spegnere le luci.
Loro sono rimasti lì
dove erano. Il giorno seguente l’orario era stato ripristinato alla 16.45.. per
un mese.
Evidentemente le
autorità credevano di essere ad un noto programma Rai dove qualcuno chiama, fa
un’offerta e poi si decide se tenere il pacco o accettare l’offerta.
Peccato per il Rettore che lì nessuno degli studenti stesse giocando e dopo
qualche giorno l’assemblea Brau in Agitazione ha deciso di occupare
anche il primo piano.
La dottoressa Golia, mimando un atteggiamento conciliante, ha già
abbondantemente manifestato la sua latente insofferenza verso la mobilitazione
e i suoi strumenti organizzativi.
L’autore stesso di quest’articolo, nelle vesti di moderatore, si vide costretto
a ribadirle con chiarezza che le basilari regole assembleari – secondo le quali per avere diritto alla
parola, prima si alza la mano, poi si viene segnati dal moderatore e infine si
aspetta il proprio turno in silenzio – valgono anche per le direttrici,
allorquando queste, con atteggiamenti intollerabili, tentino di usare la loro
“autorità” per elevarsi al di sopra di esse.
Non di meno la
dirigente, ha provato subdolamente a contrapporre gli studenti occupanti ai
lavoratori, parte dei quali comunque, non manca di manifestare il suo appoggio
alla causa, nonostante posizione di ricattabilità.
L’ultimo episodio da
segnalare è del 01/02, quando sempre la dot. Golia, prova a far sgomberare la
biblioteca minacciando l’arrivo della polizia. Nonostante tutto gli studenti
resistono.
Il Pdac, nell’esprimere totale solidarietà militante agli occupanti, si unisce
a loro nel rivendicare:
- l'estensione dell'orario di apertura della biblioteca dal lunedì al venerdì fino alle ore 19:00;
- l'aggiornamento del patrimonio librario, fermo ad acquisizioni che risalgono al 2003;
- l'integrazione di personale specializzato per l'orientamento dei lettori e la catalogazione.
Bisogna
porre non solo la Brau, ma ogni biblioteca, sotto il controllo di lavoratori e
utenti.
Sottrarre la cultura dal dominio della borghesia e delle sue istituzioni,
affinché questa non sia più un privilegio per pochi, ma possa essere un diritto
di tutti.
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