INDESIT: LAVORATORI CENTRIFUGATI DALLA “COESIONE SOCIALE”
La strategia politico-sindacale filo padronale per distruggere migliaia di posti di lavoro
di Stefano Bonomi (*)
si
è arrivati al solito teatrino già visto troppe volte, di recente, in realtà
produttive come la Pigna
di Alzano Lombardo (dove “solo” 60 persone sono rimaste senza posto di lavoro)
o come la Comital
di Nembro e la Triumph
di Trescore Balneario (dove sono stati "socialmente ammortizzati"
tutti i lavoratori).
A
seguito di un intervento ministeriale dei giorni scorsi, “la direzione
generale” del presidio ha invitato i lavoratori a desistere dal continuare la
lotta a fronte della richiesta del padrone di due settimane di produttività e
anche a fronte della possibilità di perder ogni forma di sostegno sociale (vari
periodi di Cig).
Un accordo truffa: burocrati sindacali al fianco dei padroni
L’accordo,
molto confuso, parla di “fare uscire” solo la produzione quotidiana di
lavatrici ma di non svuotare il magazzino ormai pieno (il presidio ha impedito
che le merci uscissero dai magazzini).
A
questo punto alcune domande sorgono spontanee: Chi controlla cosa e quando
esce dal magazzino?Quale è il futuro
dei lavoratori dopo le due settimane lavorative? Chi si opporrà fisicamente ai
più che probabili blitz (come è accaduto al presidio Frattini Seriate) nel
tentativo di svuotare i magazzini, visto che al presidio non è più presente
alcuna anima viva?La
sezione bergamasca di Alternativa Comunista prova a dare una risposta a queste
domande. In primo luogo, nessuno controllerà nulla, né i leoni (Ugl), che
facevano i duri e puri e che ora hanno ritirato persino le bandiere per
rispetto dell’azienda, né i funzionari dei Confederali, visto che sono già da
molto tempo impegnati insieme all’establishment politico padronale locale a far
digerire ai diretti interessati la già decisa chiusura dell’insediamento
produttivo.
Avvertendo
da molto vicino -visto che siamo attivi nella Rete Operaia Val Seriana e siamo quotidianamente
al loro fianco fin dai primi giorni di presidio- il disorientamento e la
demoralizzazione dei lavoratori, li invitiamo a non arrendersi e a non farsi
strumentalizzare da “ragionevoli” trattative di future fumose
reindustrializzazioni; esprimiamo la nostra solidarietà militante nell’auspicio
che si arrivi alla costituzione di un comitato di lotta autogestito che
riprenda la lotta (visto che molto è ancora possibile), che si arrivi
all’occupazione della fabbrica e ci si colleghi alle altre fabbriche in
agitazione in un mutuo soccorso proletario.Partendo
dal ritiro del progetto di chiusura dei siti di Brembate (BG) e Refrontolo (TV)
diciamo un deciso No alle briciole padronali degli ammortizzatori sociali che
posticipano il licenziamento di qualche tempo e che impediscono il compattarsi
di un solidale fronte di lotta!
Visto
il colpevole silenzio di tutte le forze politico sociali e sindacali, comprese
quelle sedicenti radicali e non concertative (le direzioni del sindacato di
base dove sono?) che fanno parte della strategia dell’isolamento antiproletario,
organizziamo la lotta per trasformare ogni ingiustizia sul posto di lavoro in
scintille di rivolta capaci di mettere finalmente in discussione questo sistema
di sfruttamento universalmente chiamato capitalismo. Solo lottando uniti si
vince!
(*) Alternativa Comunista, sezione di Bergamo