Cremona, dopo la manifestazione del 24
Contro la chiusura del C.S. Dordoni
Pdac Cremona
Il
Pdac ha partecipato con un proprio spezzone alla manifestazione di Cremona di
sabato 24.
Non
avremmo potuto mancare, essendo peraltro da tempo l'unico partito di sinistra
attivo in quella città (specie dopo la quasi scomparsa di Rifondazione, l'inesistenza
in termini militanti di Sel e l'assenza di qualsiasi altro partito di sinistra).
Abbiamo
partecipato e rivendichiamo questa nostra partecipazione nel momento in cui
tutta la sinistra riformista prende le distanze dalla manifestazione e dal
Dordoni per gli scontri che si sono determinati sabato. Mentre si scatena la
canea reazionaria, dal sindaco del Pd al centrodestra, risultano scandalose le
dichiarazioni della segreteria di Rifondazione che si unisce al coro della
Cremona perbene che, mentre un compagno è in coma in ospedale, mentre i
fascisti scorazzano per la città protetti dalla polizia, si preoccupa di
qualche bancomat rotto.
Al
contempo non diamo un giudizio positivo della manifestazione. Perché un corteo
ampio, con molti giovani, è stato di fatto bloccato a nemmeno un quarto del suo
percorso e non ha potuto sfilare per le vie del centro. Quella che avrebbe
potuto risultare una prova di forza di tutto il movimento antifascista è stata
ridotta a una scaramuccia nei viali.
Ciò
è stato chiaramente in primo luogo il frutto organizzato a tavolino dalla
questura e dagli apparati repressivi che hanno tracciato un percorso del corteo
che faceva una "strana" deviazione (inutile per sfilare nel centro
della città) facendo arrivare il corteo a pochi passi dalla sede di Casa Pound.
Anche uno sciocco avrebbe capito che era una trappola. Con una trentina di
autoblindo dei carabinieri e centinaia di agenti in assetto di guerra era
chiaramente impossibile arrivare a chiudere sabato, come sarebbe giusto fare e
come bisognerà fare, Casa Pound.
Nella
provocazione sono caduti non tanto i compagni del Dordoni (che giustamente
dichiarano nel loro comunicato che non avevano la possibilità di controllare
tutto il corteo) ma i soliti gruppi interessati più a spaccare qualche bancomat
e a mimare la guerriglia piuttosto che a far crescere tra i lavoratori un
movimento a partire da quella solidarietà che in pochi giorni è cresciuta rapidamente
a Cremona e ha portato a un corteo antifascista tra i più partecipati degli
ultimi anni.
Senza
un servizio d'ordine complessivo della manifestazione, si è lasciato alla
selvaggia violenza degli apparati polizieschi un corteo di giovanissimi, totalmente
indifesi e privi di indicazioni: quando si sono accesi gli scontri con un
settore del corteo (all'altezza di via Stauffer), il grosso del corteo non ha
proseguito e si è spezzato e una parte dei compagni, non conoscendo la città,
ha deviato come via di fuga verso destra, in via Dante, invece che a sinistra
verso via Aselli (che era la via prevista per la continuazione del percorso),
finendo inutilmente in mezzo ai gas lacrimogeni e trovandosi su una strada
ampia e senza uscite dove più semplici avrebbero potuto essere le cariche della
polizia.
La
scaramuccia con la polizia organizzata da un gruppo (quello che si è spinto
fino a via Stauffer) avrà forse soddisfatto le pulsioni di qualche
sfasciavetrine che si ritiene rivoluzionario ma non ha prodotto nulla dal punto
di vista sostanziale (la sede dei fascisti è intatta) ed è stata disastrosa dal
punto di vista politico, dato che ora gli scontri, previsti, organizzati e
facilitati dalla questura, diventano il pretesto per tutto lo schieramento
borghese (dal Pd alla Lega) per pretendere di chiudere il Centro Sociale
Dordoni e utilizzare il consueto ritornello degli "opposti
estremismi" tanto contro il Dordoni come contro la sinistra di classe
cremonese, mentre i "solidali" del petardo se ne sono tornati tranquillamente
a casa.
Per
parte nostra, come Pdac, come sempre abbiamo fatto in questi anni, unico
partito a Cremona, difendiamo e difenderemo incondizionatamente il Centro
Sociale e ci schieriamo senza tentennamenti dalla parte dei compagni del
Dordoni contro la caccia alle streghe che si sta scatenando. Al contempo, con
la chiarezza che ci contraddistingue, non vogliamo risparmiare le nostre
critiche agli utili idioti che hanno provocato un danno politico a tutto il
movimento, così come ai dirigenti della sinistra riformista che sono stati
dalla parte giusta solo per poche ore tornando poi ad allinearsi al Pd e alla
giunta borghese che per anni hanno servito umilmente.
Con
i compagni del Dordoni saremo anche nelle prossime settimane, ancora una volta,
davanti al Centro Sociale per difenderlo da fascisti e polizia. E siamo in
questi giorni vicini ad Emilio, aspettandone la guarigione.