Bergamo: dopo il corteo contro Monti
Come costruire una vera opposizione?
Comunicato del Pdac Bergamo
In questi giorni Bergamo è stata attraversata da alcuni eventi che hanno valicato i confini provinciali fino ad arrivare all’onore delle cronache dei mass media nazionali, ci riferiamo alla mobilitazione contro la presenza di Monti al giuramento dei cadetti della guardia di finanza e della marcia “partigiana” contro il raduno di neofascisti e nostalgici della Rsi che come ogni anno si presentano a Rovetta per le loro ridicole pagliacciate.
Il corteo contro Monti
Sabato
26 maggio a Bergamo si è svolta una manifestazione di protesta contro la visita
del primo ministro Mario Monti in occasione della cerimonia del giuramento
degli allievi dell’Accademia della Guardia di Finanza. All’iniziativa, alla
quale erano presenti compagni del Pdac di Bergamo e di altre sezioni della
Lombardia (e che hanno distribuito a tutti i partecipanti un volantino del
partito), hanno aderito compagni di diverse realtà di lotta della zona:
studenti, centri sociali, militanti di sindacati di base (Cub, Usb, Slai Cobas
per il sindacato di classe). L’altro partito della sinistra presente al corteo
è stato Rifondazione Comunista. Tra gli assenti spiccavano sia la Cgil che la
Fiom: ciò, oltre a spiegare in parte la scarsa partecipazione all’iniziativa,
ribadisce l’intenzione del maggior sindacato italiano di non voler disturbare
troppo il lavoro del governo, e di limitarsi a organizzare o a partecipare a
iniziative quando proprio non è possibile sottrarsi.
Nonostante
la cospicua e provocatoria presenza di polizia, carabinieri e guardia di
finanza, schierati nell’ormai consueto dispositivo antisommossa (per evitare
che la “festa” in onore del premier venisse disturbata), i manifestanti hanno
urlato slogan contro il governo, le banche e i padroni, chiedendo a gran voce
la convocazione di uno sciopero generale contro le politiche di austerità e di
massacro dello stato sociale e per la difesa dell’art 18. Il corteo si è
fermato a poche decine di metri da dove il premier Monti teneva il suo
discorso, riuscendo a contestarlo fragorosamente, come hanno dovuto ammettere
gli stessi organi di informazione borghese.
Pur
trattandosi Tuttavia non è con singole manifestazioni locali che si può fermare
la criminale opera di attacco ai lavoratori da parte del Governo. Come
reclamavano i manifestanti a Bergamo, solo una mobilitazione continua a
carattere nazionale, che sfoci in un grande sciopero generale prolungato potrà
far fallire i piani di governo e padroni.
La
proposta politica del Pdac è opposta a quella di chi, come la Federazione della
sinistra, partecipa alle manifestazioni contro Monti per tornare al governo con
il centrosinistra.
Antifascismo vero o mimato?
Domenica
27, invece, varie realtà che si rifanno all’antifascismo di matrice
costituzionale hanno organizzato una marcia “partigiana” opportunamente pensata
e strutturata per dare una minima valvola di sfogo a chi legittimamente ne ha
abbastanza di camice nere in alta Val Seriana ma che non è al corrente di
dinamiche territoriali molto particolari.
Alternativa
Comunista in questo caso non era presente, nonostante lavori da anni su questo
“argomento” perché ha ritenuto inopportuna e controproducente questa iniziativa
visto che per noi la lotta antifascista si sviluppa quotidianamente e
concretamente sui territori, nelle scuola, in fabbrica e in ogni altro luogo di
aggregazione popolare senza il bisogno di apparizioni “teatrali” sui giornali e
in televisione o per fare da palco scenico a qualche burocrate sinistrato.
Alternativa
Comunista mette a disposizione di chi volesse intraprendere una militanza
coerentemente rivoluzionaria le proprie energie militanti per costruire una
reale e concreta opposizione di classe a tutti i governi dei padroni, per un
governo dei lavoratori e per rafforzare una rete di solidarietà e mutuo
soccorso anti fascista territoriale su basi anti capitaliste.