di Cristiano Biorci (*)
"Torino, Rifondazione apre alla Tav. Posti nella giunta di Chiamparino". Questo è il titolo apparso sul quotidiano La Stampa nei giorni scorsi, notizia tanto incredibile quanto inspiegabile: incredibile perché è sempre stata nota la posizione di contrarietà da parte del Prc nei confronti del progetto Tav-Tac; inspiegabile perché circa 48 ore dopo, il partito di Bertinotti sarebbe sceso in corteo nella manifestazione organizzata dai Comitati No Tav a Serravalle e Arquata (Al).
Proviamo ad analizzare brevemente questi "miracoli della politica", come è scritto nel già citato articolo, consapevoli del fatto che questo è solo il primo dietro-front al quale sarà costretto il Prc dopo l'infelice scelta governista (come da sempre noi, l'ex sinistra del Prc, sosteniamo). Ma cos'è il Tav-Tac e perché non deve essere realizzato? Una linea ferroviaria completamente nuova, 39 km di gallerie che attraversano l'Appennino, circa 15 anni di lavori, rumore (camion notte e giorno con stravolgimento della viabilità), danni ambientali (prosciugamento di falde e acquedotti), rischi per la salute delle popolazioni (trasporto e deposito nei Comuni interessati di tonnellate di rocce amiantifere). Sulla base di tutto ciò sono nati i Comitati No Tav, che hanno sempre trovato l'appoggio del Prc locale (ad Alessandria e nelle altre zone del Piemonte).
Arrivano così come un fulmine a ciel sereno le dichiarazioni di un noto esponente del Prc torinese, secondo il quale nonostante il partito abbia fatto passi indietro il risultato sarebbe positivo (!?), e lo stesso partito è pronto a rimettersi alle decisioni dell'osservatorio istituito a Palazzo Chigi il 10 dicembre (cioè se l'osservatorio afferma che ci sono le carte in regola per fare il progetto, tutti sono d'accordo). Lo stesso esponente dichiara poi "Noi in linea di massima restiamo contrari alle grandi opere, ma in questo caso con queste rassicurazioni di verifica siamo disponibili": siamo in presenza del classico "un colpo al cerchio e uno alla botte". Ma nessuno fa niente per niente, e quindi non è un caso che la sera stessa delle dichiarazioni, si sia riunito il cpf torinese per parlare non solo dell'intesa raggiunta ma anche delle ipotesi di assessorati che spetteranno al Prc.
Quello che è stato fino ad ora il partito degli slogan sta diventando il partito del voltafaccia, capitolo inevitabile nel processo di mutazione bertinottiana che è tuttora in corso. Il Prc è costretto a gettare la maschera sulla Tav, in futuro succederà lo stesso con le altre grandi questioni: legge sul lavoro, pensioni, scuola, scala mobile, ecc.
Come risponderanno le popolazioni delle valli torinesi che hanno dato fiducia al Prc, come dimostrano i voti nell'ultima tornata elettorale? Come risponderanno lavoratori, studenti, pensionati, disoccupati, e tutte le classi più disagiate? Quelli saranno i veri conti che dovrà fare il Prc (altro che i conti su ministeri e presidenza della Camera).
Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori, che ha visto nascere da poche settimane il suo collettivo anche ad Alessandria e provincia, non ha cambiato di una virgola la sua posizione sulla questione Tav-Tac. Il problema non è l'alta velocità, ma l'alta voracità di chi vuole generare nuovo profitto a spese dei lavoratori e degli abitanti delle valli. E' necessario insistere con le proposte alternative, come l'utilizzo dei cinque valichi già esistenti in Liguria e altre zone della pianura padana: impianti sotto-utilizzati che necessitano solo di una serie di interventi per essere resi più efficienti, il tutto con costi di gran lunga minori rispetto a quelli del Terzo Valico. Ed è altrettanto necessario sostenere la lotta delle popolazioni della Val Susa e dell'Alessandrino.
Non un passo indietro, ora e sempre "Sarà düra!"
(*) coordinatore Progetto Comunista - Rol di Alessandria