La situazione della DMIT (Denso Manufacturing Italia) di Piana S'Angelo a San Salvo (CHieti), sembra un film già visto.
Da una parte il padrone che a seconda delle convenienze del momento politico e sociale o è catastrofista o lievemente ottimista a condizione di grossi sacrifici dei lavoratori e dall'altra i sindacati confaziendali che essendo le filiali in fabbrica dei comitati elettorali di riferimento, non possono far altro che accompagnare il lento declino di una fabbrica che loro stessi con la loro ignavia, nel migliore dei casi, hanno contribuito a determinare.
Non ci si può lamentare, (come si è fatto ai picchetti di blocco dello straordinario, concordati con l'azienda, con tanto di lista di lavoratori e ditte esterne ammessi per la manutenzione stilata dalle RSU attuali) che i lavoratori non lottano!
E per quale oscuro motivo dovrebbero farlo? Se l'unica lotta che si riesce a fare è meno reale delle riprese de "Il Posto dell'Anima". Parliamo della messinscena in occasione della mobilitazione nazionale metalmeccanici che ha portato al contratto bidone pro-Unione, quando mentre in tutta Italia (almeno così è sembrato) si bloccavano le vie di comunicazione, a San Salvo gli operai andavano a passeggio per la strada che porta a Montenero di Bisaccia, chiusa dalle forze del dis-ordine che deviavano e regolavano il traffico, sulla Trignina.
Dopo quasi sei mesi di campagna elettorale (pardon mobilitazione) dei sindacati concertativi, si arriva ad un accordo al ministero che in soldoni dice: i 140 da buttare fuori per adesso li abbiamo trovati, tanto poi se ci serve qualche "schiavo" interinale un modo per metterlo dentro lo troviamo.
Mentre in Francia, (trovandosi a dover contrastare gli agenti della borghesia nel movimento operaio e studentesco: CGT omologa della CGIL, PCF membro della Sinistra Europea di Bertinotti e del PRC, che chiedono a granvoce di ragionare e trattare), si rischia di fare la Rivoluzione perchè vogliono introdurre qualcosa di meno del pacchetto Treu, qui da noi i confaziendali considerano un successo l'essere le ancelle caste e obbedienti del padrone! Al punto che prima di questo temporaneo accordo elettorale stavano facendo scrivere una lettera di stucchevole supplica all'ambasciata giapponese (stile Troisi e Benigni a Savonarola in "Non ci resta che piangere" ) per chiedere un incontro, e non è detto che non la ritirino fuori dal cassetto quando passata la tregua pasquale l'azienda ripartirà alla carica.
In conclusione hanno davvero ragione i compagni dello SLAI-Cobas della DENSO e del Coord.to Prov.le di Chieti quando affermano che a fronte di un piano aziendale che prevede 360 esuberi su 1616 dipendenti entro marzo 2007 (e aggiungiamo noi il dimezzamento, quindi altrettanti, entro il 2008) non ha senso sedersi al tavolo su 140 lavoratori, considerato il fatto che la rotazione sulla cassaintegrazione l'azienda può evitarla tranquillamente pagando una penale -trasformandola di fatto in una mobilità-, aggiungendo al danno la beffa che dopo 52 settimane si è fuori e senza liquidazione.
Davvero solo la lotta paga, solo costruendo una piattaforma di rivendicazioni transitorie quali l'esproprio senza indennizzo e sotto controllo operaio della Denso e delle fabbriche che licenziano, inquinano e sperperano il denaro dei piccoli risparmiatori, si può contribuire a rifondare l'opposizione dei lavoratori contro il governo della borghesia e a costruire l'alternativa socialista e rivoluzionaria in Italia come in Francia, in Europa e in tutti i Paesi del Mondo.
Giovanni "Ivan" Alberotanza (CH) - Alberto Faccini (PE)
Consiglio Nazionale di
Progetto Comunista - Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori (PC-ROL)
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