Partito di Alternativa Comunista

Elezioni amministrative a Roma. Il nostro sostegno va alle periferie povere e ai lavoratori in lotta

Elezioni amministrative a Roma.

Il nostro sostegno va alle periferie povere e ai lavoratori in lotta!

 

 

 

a cura del Pdac Roma  

 

 

Il 3 e 4 ottobre si svolgeranno le elezioni amministrative che vedranno coinvolte diverse città lungo tutto lo Stivale per il cambio delle giunte amministrative e relativi sindaci. Tra queste ci sarà Roma dove sta scadendo il mandato all’amministrazione M5s della sindaca Raggi. Dando un’occhiata ai primi manifesti attaccati per la città in questa torrida estate, ci sembra di leggere sempre le stesse promesse, ma le soluzioni continuano ad essere inevase da tutte le giunte che si sono passate fino ad oggi il testimone, promettendo ogni volta un «cambiamento» sempre disatteso.

 

M5s: la giunta che esce, l’illusione che svanisce

Come sul terreno nazionale, anche su quello locale il M5s ha rappresentato tutta la sua anima piccolo borghese, cadendo da subito nelle grinfie della grande borghesia applicando anche politiche vessatorie e reazionarie: è evidente come abbia prevaricato il richiamo del Palazzo e di quelle poltrone da loro stessi screditate ma oggi tanto difese.
Mentre è palese tale degenerazione e il ruolo antioperaio che il M5s ha svolto attraverso la partecipazione diretta agli ultimi governi nazionali (giallo/verde - giallo/rosso - Draghi), sul terreno locale potrebbe apparire meno evidente, tanto da trarre ancora in inganno qualcuno. Nessuna diversità: la giunta Raggi, fin dal primo momento, si è messa a disposizione dei grandi potentati che tirano le fila dell’economia della Capitale, disattendendo le promesse e abbandonando a sé stessa tutta la grande periferia romana e i suoi milioni di abitanti che l’hanno portata al Campidoglio con il loro voto.
L’esperienza a 5 stelle è partita subito con degli scandali giudiziari per la neo-sindaca, poi graziata dalla giustizia borghese, che hanno rivelato fin dal principio quale tipo di salotti frequentasse la paladina del cambiamento: «il vento sta cambiando» così ha esordito dopo essere stata eletta nel 2016, in realtà non è cambiato un bel niente. Va detto che è stata una vittoria schiacciante con cui la popolazione romana ha voluto punire e scrollarsi di dosso decenni di amministrazioni di centro-destra e centro-sinistra che hanno portato al degrado urbano e sociale la cosiddetta Città eterna: ricordiamo le giunte Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino. Una vittoria che ha portato al M5s 29 seggi su 48 in Campidoglio, un dato che rende ancora più evidente la responsabilità di 5 anni di immobilismo in cui le periferie hanno continuato ad impoverirsi a causa di speculatori di ogni risma, dai palazzinari fino ai boss dei rifiuti.
Basti pensare all’inchiesta per la costruzione del nuovo stadio della Roma, che vedrà coinvolto tra gli imputati del maxi processo anche De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina e uomo di fiducia della sindaca.(1) Oppure la questione dello smaltimento dei rifiuti, in cui la giunta a 5 stelle ha proposto l’apertura di Malagrotta2, continuando a favorire personaggi del calibro di Cerroni (proprietario della discarica di Malagrotta), responsabile della devastazione di un intero territorio di Roma (Valle Galeria), generando morte e distruzione:(2) oggi dopo 5 anni siamo al culmine dell’ennesimo allarme con il rischio che le strade di Roma si riempiano di nuovo di rifiuti nel bel mezzo di una pandemia.(3)
Una giunta che ha ereditato le principali aziende municipalizzate in totale stato di declino economico e gestionale, spolpate da decenni di clientelismo, da appalti privati e consulenze milionarie, ma che a sua volta ha lasciato marcire in totale continuità. Esempio lampante è la municipalizzata della raccolta rifiuti Ama (4) che a più riprese ha paventato il rischio di insolvenza, oppure l'azienda del trasporto pubblico locale Atac che dal 2017 è stata posta sotto concordato preventivo per evitare il fallimento, ma ancora oggi non ha visto risolti gli storici problemi finanziari come non ha visto migliorare il servizio all’utenza.(5) Per entrambe le situazioni tale gestione continua ad essere a discapito dei lavoratori e della popolazione.
Per quanto riguarda l’ambito sociale e del lavoro la sindaca Raggi non ha nulla da invidiare alle pessime politiche delle passate giunte, anzi, è stata in prima fila nel combattere luoghi e spazi occupati ed autogestiti, soprattutto nelle periferie dove, nella maggior parte dei casi, continuano ad avere un ruolo sociale fondamentale sostituendosi alle mancanze di servizi: un esempio è l’attacco alle case delle donne. Per quanto riguarda le tante borgate della periferia romana, isolate spesso dai servizi essenziali come trasporti, sanità e scuola, le poche strutture presenti sono fatiscenti e inadeguate ed è stata totalmente assente una politica abitativa pubblica che potesse rispondere alle esigenze reali dei nativi come anche degli immigrati. Sul tema lavoro ci sarebbe da stendere un velo pietoso, forse è la tematica in cui la giunta M5s ha dato il peggio di sé o meglio di cui non si è proprio interessata: parlano i dati con una disoccupazione che in alcune periferie sfiora il 30% e quella media giovanile il 25%. È emblematico il totale immobilismo della Raggi in merito alla principale vertenza nazionale che ricade sul territorio romano, ossia Alitalia, che potrebbe produrre migliaia di licenziamenti: l'unica cosa che è riuscita a fare è stata pescare e candidare qualche lavoratore in cerca di fortune. Insomma, cara sindaca, il giorno in cui i romani dovessero decidere realmente di cambiare la direzione del vento dovrai trovarti un bel rifugio per non essere spazzata via insieme ai tuoi predecessori.

 

Chi contende il Campidoglio alla giunta a 5 stelle?

Leggendo la lista dei candidati, ci verrebbe proprio da dire che, se il passato ha lasciato miseria, il futuro promette distruzione. Tra i principali candidati che sfideranno la sindaca uscente, abbiamo Enrico Michetti, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda.
Enrico Michetti sarà il candidato sindaco per il centrodestra che, a differenza delle precedenti elezioni comunali, si presenterà a questo appuntamento insieme a Fi, Fdi e Lega; candidato senza tessera di partito ma sponsorizzato dalla Meloni di Fdi, professore, giornalista ed esperto di pubblica amministrazione. L’ultima esperienza del centrodestra a Roma è stata quella di Gianni Alemanno, caratterizzata dalle vicende di «Mafia capitale», con la giunta coinvolta in vicende di malaffare con la peggiore criminalità a braccetto con l'estrema destra capitolina. Le ultime uscite di Michetti non promettono bene visto che considera il saluto romano, di mussoliniana memoria, un gesto igienico con cui potersi salutare.
Roberto Gualtieri sarà invece il candidato sindaco per il centrosinistra, uomo del Pd, ex parlamentare europeo ed ex ministro dell’economia nel governo giallorosso. Proprio nel governo Conte bis è stato lui a gestire i 500 miliardi elargiti per affrontare la crisi economica ampliata dalla pandemia. Ha scritto per Conte i decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio, ossia miliardi a pioggia per i grandi imprenditori, briciole per piccoli commercianti e lavoratori autonomi, miseria per i lavoratori, precari e disoccupati. È stato lui a concordare per il Mef le linee guida del piano Ita con la Ue, che prevede lo smantellamento della compagnia di bandiera e migliaia di licenziamenti tra i lavoratori Alitalia e dell’indotto: una macelleria sociale che si ripercuoterà proprio nel territorio che vorrebbe governare. Per non farsi mancare nulla, la candidatura di Gualtieri si vorrebbe colorare di «rosso» con il sostegno da parte della lista Sinistra civica ecologista che nei suoi manifesti promette per Roma una «Rivoluzione d'ottobre»: nei fatti è Sinistra italiana che trova l’ennesimo escamotage per candidare i soliti opportunisti in cerca di poltrona - da Fratoianni a Fassina - vendendo illusioni mentre continuano a sostenere tutti i peggiori governi e politiche antisociali e reazionarie.
Carlo Calenda si candida con il suo nuovo partito Azione, sostenuto anche da Italia viva di Renzi, cercando di collocarsi come alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra, come anche al populismo a 5 stelle. Calenda va a completare questo quadro di impresentabili candidati sindaco: ultra liberale ex ministro del Mise sotto il governo Pd (Renzi - Gentiloni) di cui ricordiamo i durissimi attacchi avvenuti tra il 2016 e 2017 contro i lavoratori del territorio romano. Come non dimenticare la vertenza Almaviva con oltre 1600 lavoratrici e lavoratori licenziati per aver respinto un pessimo accordo firmato nel suo dicastero? Oppure la vertenza Alitalia di cui non è ancora riuscito a digerire il referendum vinto dai lavoratori dato che continua ad imputare ad esso il fallimento della compagnia di bandiera? Insomma vedere la faccia di Calenda sui manifesti non può che generare un senso di repulsione che gli abitanti di Roma non meritano.

 

La lotta e il potere ai lavoratori l’unica alternativa per Roma

Di fronte a questo quadro appena rappresentato, sarebbe necessaria una lista operaia, che parta dalle lotte che si stanno animando da mesi sul territorio romano, che si contrapponga anche alle candidature pseudo comuniste come quella di Pap, del Pc di Rizzo (6) o di Bernini, sindaco sostenuto da Pcr e Pci; liste che hanno come unico fine il raggiungimento di qualche seggio o tornaconto personale per la direzione di questi partiti, senza porsi minimamente l’obiettivo di ribaltare il sistema capitalista. Tra le lotte da sostenere, Alitalia è un esempio su tutte, con decine di manifestazioni organizzate dal sindacalismo alternativo, che hanno bloccato piazze e strade della Capitale, con rivendicazioni molto avanzate - nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori - e con un'organizzazione indipendente rappresentata dal Comitato Tutti A Bordo - No al piano Ita che pone come questione principale il protagonismo dei lavoratori; la lotta delle operatrici e degli operatori educativi che da anni lottano per l’internalizzazione del servizio (Oepa) proprio contro il Comune di Roma e che dovranno battagliare ancora per vedere realizzata l'internalizzazione di migliaia di operatori ed operatrici, attraverso un percorso di riconoscimento della figura conquistato di recente con la lotta; la lotta per la stabilizzazione dei precari dei servizi e della funzione pubblica che da anni rivendicano un contratto stabile; la lotta degli operatori del turismo e dello spettacolo, in grave crisi a causa della pandemia ma che già vivevano in una situazione di estrema precarietà; le tante altre lotte che si animeranno in questa fase che ha visto lo sblocco dei licenziamenti come anche quello degli sfratti.
Per Roma proponiamo un programma classista e rivoluzionario, che serva ad aggregare i lavoratori alle avanguardie politiche e di lotta, a unificare il proletariato nella costruzione del partito che serve per lottare per quel programma. Sfortunatamente le norme elettorali restrittive ideate dalle istituzioni borghesi non permettono la presentazione di tale lista, se non al prezzo di cessare completamente ogni altra attività per mesi: non è questa la nostra concezione del momento elettorale, che deve essere un momento di propaganda per il programma, ma deve anche essere al servizio delle lotte reali, perciò cessare l’intervento nelle lotte per presentarsi alle elezioni per noi è, in questo contesto, inammissibile.
Nonostante ciò non rinunciamo a portare il nostro programma nelle lotte e nelle borgate che resistono, un programma che preveda scuola, sanità e servizi pubblici sotto il controllo dei lavoratori; la requisizione delle grandi proprietà immobiliari e delle case sfitte dei grandi proprietari e la loro assegnazione ai nativi ed immigrati sotto controllo dei lavoratori, mettendo fine ad ogni tipo di speculazione immobiliare; pieni diritti politici e sociali a tutti gli immigrati. Nel sostenere i comitati attivi in queste battaglie lottiamo contro ogni forma di privatizzazione dei servizi pubblici; per la bonifica a spese degli speculatori (Cerroni) della zona della Valle Galeria, inquinata da decenni di smaltimento illegale di rifiuti; per la nazionalizzazione sotto controllo dei lavoratori delle aziende che inquinano e licenziano; contro le discariche di amianto, inceneritori e termovalorizzatori, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nel rispetto dell'ambiente; per il potenziamento del trasporto urbano che deve essere totalmente pubblico e gratuito per lavoratori e studenti; potenziamento delle linee ferroviarie per risolvere il problema dei tanti pendolari imponiamo il controllo pubblico sui trasporti garantito da comitati di lavoratori e utenti.
Rivendichiamo una città antifascista e antirazzista: basta spazi pubblici concessi ad organizzazioni di stampo fascista; dobbiamo ricostruire una città che si fondi sui principi della Resistenza che vide, nella Capitale liberata, molti partigiani rivoluzionari pronti a combattere per una società socialista, ma che vennero traditi dagli stalinisti e uccisi non solo dai fascisti. Continuiamo nella lotta per una società senza più sfruttamento, oppressione e devastazione ambientale, fino ad innalzare la nostra bandiera rossa, quella del socialismo.

 

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