Partito di Alternativa Comunista

Stati Uniti. Trump ferito: e adesso?

Stati Uniti. Trump ferito: e adesso?

 

 

 

di Carlos Sapir (Workers’ Voice – Usa)

 

 

Donald Trump ha rischiato di morire il 13 luglio, colpito da un proiettile all'orecchio - ma ora appare in buone condizioni - dopo che un uomo armato ha sparato contro di lui durante un comizio elettorale. Il presunto tiratore è stato ucciso ed è stato identificato dalle autorità come un ventenne registrato come repubblicano di nome Thomas Matthew Crooks.
La notizia dell'attacco è stata subito accolta da un’ondata di solidarietà e di messaggi pubblici di appello alla calma da parte dei partiti borghesi e della stampa. Tutti, da Biden ad Alexandra Ocacio-Cortez (Aoc), hanno denunciato la «violenza politica» e augurato a Trump una pronta guarigione. Queste condanne hanno un motivo evidente: l'assassinio di candidati politici borghesi minaccia la capacità del sistema elettorale di attirare gli elettori verso quello che viene presentato come un processo politico efficiente, efficace e inattaccabile.
Immediatamente sono circolate voci che ipotizzavano che l'intero attacco fosse uno stratagemma per aumentare la popolarità di Trump, anche se ciò sembra improbabile. Anche i media sfavorevoli a Trump, che inizialmente hanno parlato di «forti rumori uditi al comizio di Trump» mentre gli eventi si svolgevano, hanno ora confermato le ferite di Trump, la morte di una persona tra il pubblico e un altro sospetto colpito a morte sul luogo dell'incidente. Dato il livello di impopolarità di Trump, non è affatto strano che ci sia stato un attentato.
Nel frattempo, alcuni politici repubblicani hanno incolpato i democratici per la sparatoria. Poco dopo l'attentato, il senatore dell'Ohio J.D. Vance, che poi ha Trump ha scelto come vicepresidente, ha subito dichiarato: «Oggi non è un incidente isolato. La premessa centrale della campagna di Biden è che il Presidente Donald Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Questa retorica ha portato direttamente all'attentato al Presidente Trump».
La sopravvivenza all'attentato sembra in grado di aumentare le possibilità elettorali di Trump. Anche se l'attentato fosse riuscito, il suo effetto sulle elezioni sarebbe stato incerto: rimuovere Donald Trump non elimina la politica dei suoi alleati in tutto negli Stati Uniti e della classe dirigente in generale. Ciò che è probabile è che questo aumenterà ancora di più il grado di repressione statale contro le proteste e i movimenti sociali. Potremmo vedere le forze di polizia e i governi locali di tutto il Paese tentare di usare il pretesto della «violenza politica» per vietare le proteste e rispondere ad esse con un maggiore uso della forza.
Anche se Trump dovesse perdere le elezioni, un secondo mandato di Biden non farà nulla di significativo per impedire alla destra di continuare a rafforzarsi (compresa qualsiasi cosa emerga dal movimento trumpista). L'abbraccio gioioso dei Democratici alle misure reazionarie anti-immigrazione e anti-lgbt+ rappresenta un attacco agli oppressi, mentre il partito cede al terreno ideologico all'estrema destra.
Nel frattempo, l'incapacità dell'amministrazione Biden di affrontare le sofferenze economiche dei lavoratori spinge le persone a diffidare dei sindacati e delle organizzazioni di giustizia sociale che hanno sostenuto i Democratici a spada tratta, per rivolgersi invece a soluzioni di destra. Non possiamo sconfiggere l'estrema destra sostenendo i leader del sistema capitalistico che ne alimentano la crescita; dobbiamo presentare un'alternativa politica al capitalismo che possa sconfiggerla definitivamente.
I tentativi di assassinio non sono una tattica efficace nella lotta contro il capitalismo. Come scrisse Trotsky nel 1911, con gli atti terroristici contro esponenti della classe dominante si smobilita la classe operaia e si sceglie una battaglia contro la forza dello Stato su un terreno estremamente sfavorevole. L'idea strategica chiave del marxismo è il controllo diretto dei lavoratori sulla produzione economica che, se organizzata, ci permetterebbe di prendere il controllo della società. Il nostro potere politico può essere costruito solo sulla base del controllo della produzione, un controllo che non può essere preso con semplici atti di forza perché richiede lavoratori vivi che lo esercitino. Sebbene possa essere catartico vedere morire rappresentanti politici odiati, il capitalismo non manca di aspiranti che sarebbero lieti di riempire le scarpe lasciate da un «martire». Per sconfiggere il capitalismo non basta attaccarne la facciata, ma occorre attaccare le radici del suo potere. Al momento, stiamo per vedere ancora una volta come lo Stato risponde dopo che qualcuno ha sparato al re e lo ha mancato. Ma forse il miglior consiglio per questo momento è il famoso adagio di Joe Hill: «Non piangere, datti da fare».

 

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