Sei mesi di invasione russa dell'Ucraina
di Daniel Sugasti
L’invasione russa dell’Ucraina dura da sei mesi. Quando le truppe di Putin sono penetrate nel territorio ucraino il 24 febbraio, dopo mesi di ricatto per mezzo di più di centomila soldati schierati alle frontiere, tutto indicava che l’enorme sproporzione tra le due forze militari avrebbe portato come risultato un rapido trionfo del Cremlino. Contro ogni pronostico, non è stato così.
Le ambizioni di Putin si sono scontrate contro la resistenza delle masse popolari ucraine, che hanno affrontato a viso aperto la seconda potenza militare del pianeta. Per avere un’idea della brutalità degli invasori, si consideri che nel primo mese di guerra l’Ucraina ha subito un bombardamento ogni 36 minuti. Nell’ultimo mese si è passati a uno ogni 12 minuti.
Ma questo non ha piegato il morale delle masse. Oltre all’attività dell’esercito regolare, migliaia di civili hanno svolto compiti di difesa del Paese. Le immagini di centinaia di persone che si auto-organizzavano per fabbricare bottiglie molotov, ricevere un rapido addestramento militare, o collaborare in tutti i modi possibili nella retroguardia in diverse città hanno emozionato il mondo.
Questa resistenza, unita agli errori logistici da parte dei russi, ha fatto sì che Putin abbandonasse il piano iniziale di una conquista lampo di Kyïv. A marzo, Mosca ha annunciato che avrebbe concentrato i suoi sforzi militari sul controllo del Donbas e del sud dell’Ucraina.
Il ripiegamento russo dalla periferia di Kyïv ha lasciato terribili tracce di atrocità contro i civili, come è stato comprovato a Buča e in altre città. Nel sud, la conquista di Mariupol’, importante città portuaria sul Mar d’Azov, ha implicato mesi di sforzi enormi da parte delle truppe russe. Di fatto, questa posizione ha potuto essere presa solo alla fine di maggio, dopo la sua distruzione e innumerevoli crimini di guerra.
Negli ultimi mesi, la guerra è entrata in una fase di stagnazione e usura reciproca. La Russia, con la copertura di gruppi di mercenari separatisti filorussi, ha conquistato gran parte del Donbas, la regione mineraria e più industrializzata dell’Ucraina.
Ma non è stato semplice. Putin si scontra con una forte resistenza nell’est (i russi non sono riusciti a conquistare Charkiv, la seconda città del Paese) e deve rispondere a una serie di contrattacchi ucraini nel sud (come a Cherson), cosa che lo obbliga a dividere le sue forze. In molte località, inoltre, vi sono azioni di partigiani ucraini contro l’invasore. Tuttavia, la superiorità militare russa sul campo continua ad essere schiacciante, soprattutto in termini di artiglieria e di forza aerea.
La guerra si prevede lunga e costosa. Migliaia sono morti. Decine di città sono distrutte. Più di sei milioni hanno lasciato il Paese. Quanti sono rimasti mancano dei beni più elementari: cibo, acqua potabile, riscaldamento ecc.
Ma l’Ucraina non si arrende. Il compito principale continua ad essere sconfiggere l’invasione russa. Cacciare le truppe di Putin dal territorio ucraino è cruciale. Per raggiungere questo obiettivo non si deve avere fiducia in Zelens’kyj, che guida un governo borghese al servizio degli oligarchi, che approfitta della situazione di guerra per attaccare ancora di più le condizioni di vita della classe lavoratrice, minando così la resistenza contro gli occupanti. Per il suo carattere di classe, presto o tardi il governo Zelens’kyj tradirà la lotta del suo stesso popolo.
Non si può confidare nemmeno nell’imperialismo statunitense ed europeo (Nato), che non sono disposti a tollerare una vera vittoria degli sfruttati dell’Ucraina contro Putin. Per questo inviano armi, per la maggior parte difensive e financo obsolete, col contagocce. Per questo, continuano le loro trattative con Putin. L’imperialismo non è interessato nemmeno alla sovranità dell’Ucraina. Di fatto, in varie occasioni, i leader mondiali hanno ammesso di concepire l’idea di dividere il Paese. La classe operaia e le masse popolari sfruttate, al contrario, sono interessate a sconfiggere gli invasori, recuperando tutto il territorio occupato, inclusa la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014.
La Lega internazionale dei lavoratori – Quarta Internazionale ha appoggiato la causa delle masse popolari ucraine fin dall’inizio, mantenendo completa indipendenza di classe e opposizione al governo e alla borghesia ucraina, e alla Nato. Abbiamo promosso dibattiti e proteste in diversi Paesi. Abbiamo organizzato, insieme con minatori ucraini e altre organizzazioni, un convoglio di solidarietà con la resistenza che è giunto fino in Ucraina.
Sosteniamo che la natura del conflitto è determinata dall’aggressione militare di un Paese più potente (la Russia) contro uno più debole (l’Ucraina). Per questo, appoggiamo la lotta dei lavoratori e delle masse popolari ucraine contro l’invasione e siamo a favore della sconfitta delle truppe russe in questa guerra.
È necessario, in questo senso, promuovere mobilitazioni per manifestare pubblicamente l’appoggio alla resistenza ucraina, come è successo in Europa e in altre parti del mondo. Purtroppo, la maggior parte della sinistra sostiene posizioni pacifiste ed equidistanti, oppure appoggia l’invasione di Putin.
Dall’altro lato, è necessario e giusto mobilitarsi per rivendicare che i governi (specialmente quelli dei Paesi imperialisti) consegnino alla resistenza ucraina armi pesanti, con potere offensivo, e tutti i beni indispensabili (munizioni, cibo, medicine) in maniera diretta e senza alcuna condizione.
Siamo totalmente contro l’ingerenza della Nato nel conflitto, e rivendichiamo la sua dissoluzione. Facciamo anche appello a combattere le misure di «rafforzamento» degli eserciti che la compongono, perché sono una minaccia per tutti i popoli del mondo. Ma è necessario, oltre a denunciare e a mettere a nudo il ruolo di questi governi, rivendicare che consegnino armi pesanti, aerei da combattimento, e tutta la tecnologia militare che serve alla resistenza ucraina, senza condizioni.
La guerra di liberazione contro gli occupanti potrà vincere solo se si sviluppa sempre più come guerra della classe operaia e delle masse popolari ucraine. In Russia, il Paese aggressore, appoggiamo e promuoviamo le mobilitazioni e le manifestazioni di ripudio alla guerra e all’invasione, represse violentemente dal regime di Putin.
Gli ucraini lottano eroicamente contro l’invasione ordinata dal regime di Putin. Hanno già inflitto sconfitte significative agli occupanti. Hanno dimostrato che la macchina da guerra russa può essere sconfitta e, così, sconfiggere un importante agente della controrivoluzione nel mondo.
Per questo, la lotta delle masse popolari ucraine non è solo per liberare il proprio Paese. Una sconfitta del regime di Putin in questa invasione darebbe un grande impulso alla lotta dei lavoratori e delle masse in tutti i Paesi.
Continueremo ad appoggiare in prima linea le masse popolari ucraine. Solo appoggiando la resistenza ucraina si possono combattere e smascherare la Nato, gli Usa, l’Ue e lo stesso governo oligarchico di Zelens’kyj, incapace di guidare la lotta contro l’aggressore russo fino alle ultime conseguenze.
Lavoratori di tutto il mondo, uniamoci in appoggio alla resistenza Ucraina!
Per la sconfitta delle truppe della Russia!
Armi per le masse popolari ucraine!
Viva la resistenza ucraina!
Nessuna fiducia in Usa, Ue e Nato!
Per lo scioglimento della Nato!