Russia: l’inflazione, gli scioperi e il teatrino elettorale
di Ivan Gatin (*)
Negli ultimi tempi, tutta la politica delle autorità è caratterizzata dal volerci mostrare che la soluzione di ogni problema sta nelle elezioni. Oggi si sono formati due blocchi di potere: “Russia unita” – 64% (con l’aiuto del partito “liberaldemocratico”: 8%), da un lato; e l’ala sinistra rachitica: “Russia giusta” con il 7%, dall’altro. Vi si aggiunge la “opposizione responsabile” del Partito Comunista (11%). Tutti sono gli attori di un teatrino e vogliono un’unica cosa: manipolarci.
Con questa recita, il potere cerca di occultare i problemi urgenti: l'aumento dei prezzi, la crisi mondiale ed il suo riflesso in Russia. Queste cose rovinano il "copione" e le autorità tentano di farle passare come "dettagli tecnici". Ma la maggioranza della popolazione sta soffrendo e continua a soffrirne gli effetti sulla propria pelle. Alla fine di quest'anno, i prezzi di vari prodotti sono aumentati del 50-100%.
Le cause dell'inflazione: la crisi mondiale, la privatizzazione e l'arrivo del capitale straniero
Con la restaurazione del capitalismo, la Russia si è convertita in una parte armonica dell'economia mondiale imperialista. Ciò significa che le crisi e le contraddizioni mondiali del capitalismo vanno inevitabilmente a colpire l'economia del Paese. Ci sono differenti ragioni per spiegare quest'inflazione:
- l'aumento mondiale dei prezzi dei combustibili spingono verso l'alto i prezzi che ancora sono più bassi se paragonati a quelli europei;
- d'altro canto, quest'aumento spinge verso l'alto i prezzi dell'elettricità, dei trasporti, dei servizi delle municipalizzate e di tutti i prodotti;
- il governo di Putin continua la privatizzazione dell'economia, privatizzando l'elettricità, i trasporti, le municipalizzate, che si convertono in imprese private per fare profitti aumentando i prezzi;
- gli alti prezzi del petrolio fa sì che aumentino la domanda ed i prezzi del biocombustibile e dei prodotti dai quali esso viene ricavato: i cereali, il girasole, ecc.
- il debito delle banche russe nei confronti di quelle occidentali ha fatto un salto che fa strada alla crisi finanziaria.
Che significa l'aumento dell'inflazione?
L'aumento dell'inflazione prima delle elezioni rappresenta
una pena per il regime. E dimostra - nella ricorrenza del 90° anniversario
della Rivoluzione d'Ottobre - come il potere borghese e la burocrazia non
possano migliorare la vita dei lavoratori, persino quando il prezzo del
principale prodotto d'esportazione (il petrolio) arriva a circa 100 dollari al
barile! Il potere cerca una scappatoia aprendo le frontiere alle importazioni
per "soddisfare il mercato", cioè applicando le ricette del Fmi, e sospendendo
l'inflazione fino al termine delle elezioni. La confusione delle autorità e delle
loro pseudo-misure mostra che non c'è via d'uscita per i lavoratori nel quadro
della logica capitalista. Oggi si possono sentire molte conversazioni sul se la
crisi esploderà oppure no. Nessuno può rispondere a questa domanda a causa
dell'anarchia dell'economia capitalista. Però possiamo affermare che per i
lavoratori la crisi è già cominciata.
Dal momento della restaurazione del capitalismo in Russia,
la borghesia e la burocrazia hanno, con l'inflazione, derubato due volte i
lavoratori: all'inizio degli anni '90 e nel 1998. Ed i lavoratori possono
essere certi che la borghesia e la burocrazia lo faranno ancora e ancora per
aumentare i loro profitti. Questo continuerà ad accadere fino a che i
lavoratori non vi si opporranno.
Perciò nel "teatrino" organizzato dalla borghesia e dalla
burocrazia comincia a fare la propria comparsa un altro attore inatteso e
indesiderato: gli operai che ormai non si attendono dalle elezioni alcun
miracolo. Il nuovo sciopero alla Ford e quello dei portuali (regione di San Pietroburgo),
l'intenzione dei macchinisti delle ferrovie di indire lo sciopero, mostrano
come si possono conquistare miglioramenti. E il potere si è molto preoccupato e
ha reagito con molto nervosismo all'aumento dell'attività operaia: opprime gli
operai e criminalizza i ferroviari, affinché il suo teatrino possa continuare.
È stata importante la coincidenza dell'attività operaia non
solo con le elezioni, ma anche con gli scioperi in Europa. I macchinisti russi
fanno riferimento direttamente all'esperienza degli operai europei come un buon
esempio che bisogna imitare. E questo è già molto importante perché apre la
strada al recupero delle tradizioni di lotta degli operai russi. È una
prospettiva reale.
La lotta indipendente e la solidarietà dei lavoratori sono uno strumento per migliorare la vita
Con gli scioperi europei, con l'intenzione di distinti settori operai in Russia - benché ancora ristretti - di cominciare lo sciopero, con l'aumento dell'inflazione e la constatazione per molti della menzogna elettorale, i lavoratori sono di fronte al problema chiave: o diventiamo più solidali e solidi, o domani staremo peggio. Non abbiamo alternative. Vale a dire, dobbiamo unificarci attraverso la lotta organizzata, che oggi deve avere principalmente queste parole d'ordine: per l'indicizzazione del salario con i tassi reali (e non con quelli ufficiali) dell'inflazione (le cifre concrete d'indicizzazione debbono essere discusse dagli stessi lavoratori nelle loro assemblee in fabbrica); contro la privatizzazione e la distruzione del trasporto pubblico e del welfare; per la sburocratizzazione delle università e per le libertà studentesche.
...e le elezioni?
Come ci attendevamo, le elezioni sono state un festival di
falsificazioni e abusi. Molti affermano che queste elezioni sono state le più
sporche in tutta la storia della Russia dalla restaurazione capitalista. Compreso
il Partito Comunista, la fedele "opposizione responsabile" del regime, ha detto
che gli abusi sono stati molti e ha definito queste elezioni "illegittime". Ma,
partecipandovi, il Pc ha fatto di tutto per legittimarle, rendendo un gran
servigio al regime e adesso non rifiuta le poltrone che fanno nascere e
alimentano il parlamento.
Tutto ciò mostra che in queste elezioni i lavoratori non
hanno avuto alternative; che esse sono il sistema per legittimare l'attuale
regime e la sua politica di limitare le libertà democratiche, di fare la guerra
in Cecenia, di uccidere i giornalisti, di privatizzare e sottomettere la Russia al capitale
straniero patriotticamente camuffandolo come un sistema per rendere la "Russia
forte"; che tutti i partiti sono i partiti del regime e servono alla borghesia
e alla burocrazia; che non c'è stato alcun senso nel partecipare e votare in
queste elezioni; che parteciparvi costituisce un appoggio al sistema
dell'inflazione e della privatizzazione. Ecco perché la preoccupazione
principale del regime è stata di trascinare la gente a votare.
Ed esattamente per questo, il Partito Operaio Internazionale
(Poi), sezione russa della Lit-Quarta Internazionale, ha sostenuto il
boicottaggio di questa farsa, contribuendo alla costruzione di "soviet del
boicottaggio" insieme ad altre organizzazioni di sinistra per portare avanti
questa campagna.
Abbiamo di fronte le elezioni presidenziali. La borghesia e
la burocrazia già hanno individuato il loro candidato: D. Medvedev, che è stato
apertamente appoggiato dai partiti "Russia Unita" e "Russia Giusta", da Putin,
da tutte le chiese di Russia (l'ortodossa, la musulmana, l'ebrea e la
buddista). Medvedev ha anche già l'appoggio dei leader imperialisti: Merkel,
Rais, ecc. E il candidato ha già proposto a Putin di fare il primo ministro.
Ciò dimostra una volta di più che "le contraddizioni" fra Putin e "l'occidente"
stanno solo nel prezzo che la borghesia e la burocrazia russe esigono per
consegnare la Russia
al capitale straniero. Il Pc ha già annunciato il nome del proprio candidato -
per contribuire nuovamente a legittimare il regime.
Per questo il nostro partito, il Poi, ritiene necessario
portare avanti la campagna di boicottaggio delle elezioni e fa appello a tutte
le organizzazioni della sinistra e ai sindacati per unire le forze lottando per
boicottare le elezioni e battersi per l'indicizzazione dei salari, il
congelamento dei prezzi e contro il regime di Putin e le sue "riforme".
(*) Dirigente del Partito Operaio Internazionale (Poi), sezione russa della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale
(Traduzione dall'originale in spagnolo di Valerio Torre)