Partito di Alternativa Comunista

Quali interessi difende Putin?

Quali interessi difende Putin?

 

Poi

(sezione della Lit-Quarta Internazionale in Russia)

Suscitarono risate (e rabbia) le dichiarazioni fatte da Putin lo scorso anno in merito alla presunta crescita delle entrate dei russi. Si tratta di una mezza verità: Putin ha solo dimenticato di specificare a quali russi si riferiva. La rivista Forbes ha fatto questo lavoro al posto del presidente, con la sua classifica annuale dei multimilionari.
Secondo la lista, nell’ultimo anno di governo Putin, 18 dei 20 più ricchi oligarchi russi hanno aumentato la loro fortuna: il padrone del complesso metallurgico Novolipetsko, il signor Lisyn, ha aumentato la sua fortuna di 3 miliardi di dollari (arrivando a un totale di 19 miliardi di dollari); il padrone della Severstal, il signor Mordashov, l’ha aumentata di 1,2 miliardi di dollari, arrivando a 18,7 miliardi in totale; l’oligarca del petrolio, il signor Alekperov, di 1.9 miliardi (totale 16,4 miliardi di dollari); Potanin, l’oligarca del nichel, di 1,6 miliardi (totale 15,9 miliardi); Melnichenko, padrone di fabbriche di fertilizzanti, di 2,3 miliardi (totale 15 miliardi); il banchiere Friedman, di 700 milioni (totale 15,1 miliardi); Vekselberg, dell’alluminio e del petrolio, di 2 miliardi (totale 14,4 miliardi); Abramovich (metallurgia, carbone, petrolio, oro, e proprietario della squadra di calcio inglese del Chelsea), di 1,7 miliardi (totale 10,8 miliardi); il banchiere Khan, di 500 milioni (totale 9,8 miliardi); Prokhorov di 700 milioni (totale 9,6 miliardi); il padrone del complesso siderurgico Magnitogorsk, Rashnikov, di un miliardo (totale 9,3 miliardi); il banchiere Kuzmichev, di 400 milioni (totale 7,6 miliardi);  Markhmudov, magnate del complesso minerario/siderurgico Ural, trasporti e petrolio, di 800 milioni (totale 7,3 miliardi); Fedun, dell'impresa petrolifera Lukoil, di 600 milioni (totale 6,9 miliardi); Deripaska, magnate dell’alluminio, di 1,6 miliardi (totale 6,7 miliardi); e l’oligarca dell’oro, Kerimov, di “appena” 100 milioni (6,4 miliardi).
La crescita degli introiti di questi russi è direttamente legata alla caduta dei salari e all’aumento della giornata di lavoro dei lavoratori russi; all’inflazione, che succhia il denaro dai portafogli dei russi che lavorano a vantaggio dei grandi imprenditori; al regalo del denaro pubblico ai grandi oligarchi, denaro questo risparmiato con la riduzione del numero di ospedali e medici; oltre ad altri tagli nell’ambito dei servizi sociali. Questa è la risposta alla domanda su dove vada a finire il denaro estorto alle masse popolari. È una chiara dimostrazione di quali siano gli interessi che Putin e il suo regime difendono, nascondendosi dietro frasi patriottiche nazionaliste, e del perché i lavoratori devono porre fine a questa situazione
Putin è il presidente degli oligarchi, che in associazione con il capitale straniero si arricchisce grazie al lavoro di chi sta in basso e al saccheggio delle risorse nazionali russe. Con questa ricchezza sostiene l’alta burocrazia e le forze repressive. Noi lavoratori abbiamo bisogno di un nostro governo, di un governo degli operai e delle masse povere. Solamente così potremo frenare il degrado delle condizioni di vita, dire basta al saccheggio delle risorse nazionali e aprire la strada per una vita migliore.
Via Putin e il suo regime anti-operaio e antipopolare, difensore degli interessi degli oligarchi e dell’apparato repressivo!

 

* Dal sito della Lit-Quarta Internazionale: www.litci.org

(traduzione dallo spagnolo di Nico Buendia)

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