Dichiarazione del PSTU
Domenica scorsa si sono tenute le elezioni in Brasile per la presidenza e per il
rinnovo del parlamento.
Potete leggere qui sotto una prima
dichiarazione sull'esito elettorale scritta dal Pstu, sezione brasiliana della
Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale (Lit-Ci).
Il Pstu -che è la principale forza
dell'estrema sinistra brasiliana- si presentava alle elezioni nel terzo polo
(alternativo ai due poli dell'alternanza borghese e ai rispettivi candidati di
centrosinistra e centrodestra, Lula e Alckmin) animato dal Fronte di Sinistra,
che esprimeva la candidatura a presidente di Heloisa Helena, ex dirigente del Pt
(il partito di Lula) espulsa dal Pt insieme ad altri per la sua opposizione alle
politiche del governo e in particolare alla controriforma delle
pensioni.
Il Pstu (che era la seconda forza
elettorale del Fronte di Sinistra, guidato dal Psol, un partito riformista di
sinistra diretto dalla Helena) ha partecipato al blocco elettorale sulla base di
un proprio programma, criticando apertamente sulla propria stampa l'orizzonte
riformista del Psol e della Helena; al contempo partecipando a questo fronte
elettorale e di lotta che ha raggruppato le migliori avanguardie politiche e
sindacali del Brasile e ha catalizzato un consenso attorno a una proposta di
rottura con i due poli borghesi. Il Fronte di Sinistra ha preso il 6,8%. Che è
più o meno l'equivalente del distacco tra Lula (in testa) e Alckmin, che si
confronteranno in un secondo turno (in cui il Pstu ha già dichiarato il proprio
appello a un voto nullo).
Dopo questa prima dichiarazione,
pubblicheremo nei prossimi giorni sul nostro sito e sulla nostra stampa altri
articoli dei compagni del Pstu e della Lit, con cui PC Rol ha avviato in queste
settimane un rapporto politico con lo scambio di articoli e la partecipazione di
dirigenti della Lit al nostro seminario estivo e alla riunione del Consiglio
Nazionale di PC Rol che nello scorso fine settimana ha varato i documenti per la
nostra fase congressuale (informazioni in merito a ciò e i documenti saranno
disponibili tra qualche giorno).
Buona lettura,
Francesco Ricci
Dichiarazione del Pstu (Partito Socialista
dei Lavoratori Unificato)
sul risultato elettorale
Il Pstu si è presentato alle elezioni nel
Fronte di Sinistra, sostenendo la candidatura a presidente di Heloisa Helena, in
opposizione sia a Lula che ad Alckmin. Riteniamo che ciò sia stato importante in
quanto il Fronte ha rappresentato una alternativa di sinistra a due programmi
che difendono il medesimo modello neoliberale e la stessa corruzione in Brasile.
I risultati parziali dello scrutinio elettorale portano a un ballottaggio
tra Lula e Alckmin. In questo quadro, è possibile che vi sia un richiamo ad
appoggiare la candidatura di Lula per "evitare il pericolo della destra". Di
fronte a ciò il Pstu dichiara:
1) Il Psdb e il Pfl sono i partiti della
destra tradizionale e vogliono andare al governo per rubare e applicare una
politica economica che favorisce i ricchi a danno dei lavoratori. Durante gli
otto anni in cui furono al potere (1994-2002) questi partiti guidarono
l'affermazione di un progetto neoliberista per il Brasile. Con Fernando H.
Cardoso la disoccupazione aumentò in forma esponenziale e il debito estero e il
deficit furono moltiplicati. Fu il governo Psdb-Pfl che privatizzò 133 imprese
statali. Queste privatizzazioni furono inoltre connotate da ruberie e corruzioni
senza precedenti. Cardoso intervenne direttamente nel processo di
privatizzazione della Telebras per favorire un gruppo finanziario. L'opposizione
borghese di destra non ha dunque alcun diritto di parlare di "moralità" e "etica
in politica". Il recente scandalo dei dossier mostra che sono legati a gruppi
malavitosi. Alckmin è espressione di questi settori e la sua figura è
strettamente legata a quella di F.H. Cardoso e alla sua stagione di governo
corrotto.
2) Durante il suo primo mandato, il governo
Lula ha applicato la stessa politica economica neoliberista di Cardoso: tagli
alla Sanità, all'Istruzione, alla riforma agraria per garantire il pagamento
del deficit e del debito estero e ha applicato tutte le misure richieste dalla
borghesia brasiliana e dal capitale finanziario internazionale, come la riforma
delle pensioni.
3) Lula non governa né ha mai governato
nell'interesse dei lavoratori. Il fatto che Lula sia stato un dirigente operaio
ha alimentato la confusione in tanti lavoratori. Ma il suo è un governo di
destra, anche se mascherato da un profilo "operaio". Lula governa per la
borghesia e applica programmi economici al servizio delle grandi imprese e
dell'imperialismo. Come Lula stesso ha riconosciuto, sotto il suo governo "i
ricchi, le imprese e le banche hanno guadagnato più che mai" (dichiarazione a
Folha de Sao Paulo, 18/9/2006). D'altra parte, bustarelle e scandali dimostrano
che il governo Lula ha imitato la corruzione dei governi di destra di Collor e
Cardoso.
4) Tanto Lula quanto Alckmin vogliono
attaccare i diritti dei lavoratori e applicare le misure imposte
dall'imperialismo e dalla borghesia brasiliana, come la nuova riforma delle
pensioni e la riforma sindacale e del lavoro.
La riforma del lavoro mira ad
eliminare conquiste storiche dei lavoratori, ridurre i periodi di ferie,
flessibilizzare i meccanismi di contrattazione e requisire il Tfr. La riforma
sindacale, invece, serve per dare pieni poteri alle burocrazie sindacali (Cut e
Forza Sindacale) a svantaggio dei sindacati di base. La nuova riforma delle
pensioni, infine, mira a elevare l'età minima pensionabile a 65
anni.
5) Né Lula né Alckmin rappresentano gli
interessi dei lavoratori nel ballottaggio. Nonostante lo scontro elettorale non
c'è niente di più simile a un governo del Pt di un governo della destra.
Entrambi sono corrotti e sostengono lo stesso programma economico neoliberista.
Si scontrano tra loro furiosamente, certo, ma solo per contendersi i benefici
che verranno loro dal controllo dell'apparato statale.
6) Votare per Lula o per Alckmin è dunque
come dare a uno dei due la possibilità di proseguire nelle loro politiche
corrotte e di attacco ai nostri diritti.
Di fronte a ciò il Pstu dichiara: né
Lula né Alckmin e fa appello al voto nullo al secondo turno elettorale. Facciamo
inoltre appello ai compagni del Fronte di Sinistra perché si pronuncino per il
voto nullo e perché si realizzi una campagna comune sulla base di questa
posizione. Solo così si darebbe continuità alla posizione che abbiamo insieme
sostenuto al primo turno. E questa posizione sarebbe il primo passo per
proseguire sferrando una lotta senza tregua al progetto capitalista, qualunque
sia il suo esecutore.