Partito di Alternativa Comunista

Conferenza sul clima: un’agenzia d’affari per le compagnie petrolifere e minerarie

Conferenza sul clima:

un’agenzia d’affari per le compagnie petrolifere e minerarie

 

 

 

di Jeferson Choma

 

 

 

Il 2023 è stato l'anno in cui gli effetti del riscaldamento globale sono diventati evidenti. Il mondo è stato avvolto da terribili ondate di calore nell'estate dell'emisfero settentrionale - e ora nell'emisfero meridionale - che hanno prodotto devastanti incendi. In Amazzonia, la siccità ha prosciugato i fiumi e i proprietari terrieri hanno colto l'occasione per dare fuoco alla foresta. La siccità ha anche portato a cattivi raccolti, così come a forti piogge e grandi inondazioni, come quelle che hanno devastato il Rio Grande do Sul (e l’Italia).
Il fallimento di tutti gli accordi sul clima dimostra che il capitalismo non può risolvere la crisi climatica che il sistema stesso ha causato. Ma la mancanza di vergogna dei capitalisti è tale che la Cop-28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima (Onu), tenutasi a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, è stata un’agenzia d’affari per le grandi compagnie petrolifere e minerarie che distruggono l'ambiente.
Anche Braskem (1) - responsabile del più grande disastro urbano in corso al mondo, a Maceió (2) - e Vale (3) - responsabile delle tragedie di Mariana (4) e Brumadinho (5) - erano presenti alla Cop-28, condividendo con gli altri il loro «successo» nella gestione socio-ambientale e climatica.

 

Ostaggio delle compagnie petrolifere

La Cop-28 è stata presieduta da uno dei principali petrolieri del mondo, il dirigente Sultan al-Jaber, amministratore delegato di Adnoc, la compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti. In vista dell'apertura della Cop-28, la Bbc e il Centre for Climate Reporting del Regno Unito hanno presentato documenti che dimostrano che Al-Jaber ha approfittato dei negoziati sul clima per difendere gli interessi della compagnia petrolifera Adnoc e concludere possibili accordi con altre società.
Alla Cop petrolifera, Al-Jaber si è anche rivelato un negazionista. Ha detto che «non c'è scienza, non c'è nessuno scenario che dica che l'eliminazione graduale dei fossili sia ciò che porterà a 1,5 gradi Celsius». Per il presidente della Cop, l'eliminazione graduale dei combustibili fossili riporterebbe il mondo «all’età delle caverne».
Petrolio, gas e carbone sono combustibili fossili. Sono le principali cause degli sconvolgimenti climatici perché rilasciano gas serra che riscaldano il pianeta, come l'anidride carbonica (CO2), quando vengono bruciati per produrre energia.

 

Il fallimento delle Cop

Nominare il presidente (negazionista) di una compagnia petrolifera a capo di una conferenza sul clima è la completa delegittimazione morale degli accordi sul clima. La Cop petrolifera mostra che i capitalisti non si preoccupano del riscaldamento globale. Da quando si sono tenute le conferenze sull'ambiente – a partire da quella di Rio de Janeiro nel 1992 – non c'è stata alcuna riduzione delle emissioni di CO2. Al contrario, il riscaldamento globale non ha fatto che aumentare, così come la concentrazione di gas serra nell'atmosfera.

 

Cosa dice la scienza? Il pianeta sull'orlo del precipizio.

Il riscaldamento globale è una realtà e sta rendendo più frequenti e sempre più intensi gli eventi climatici, come El Niño, un fenomeno climatico prodotto dal riscaldamento delle acque equatoriali dell'Oceano Pacifico.
Secondo l'osservatorio europeo Copernicus, il 2023 dovrebbe essere l'anno più caldo degli ultimi 125.000 anni.
La concentrazione di CO2 nell'atmosfera ha raggiunto il livello record di 424 ppm, la concentrazione più alta in 800.000 anni, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti. Questa è la più alta concentrazione di CO2 mai sperimentata dalla specie umana da quando abbiamo iniziato a camminare sulla Terra 200.000 anni fa.
Nel 2023, per la prima volta, il mondo ha registrato un giorno con una temperatura media globale superiore di 2°C rispetto all'era preindustriale. Era il 17 novembre, quando la temperatura registrata era di 2,07 °C.
La Cop petrolifera di Dubai ha fatto saltare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Secondo l'accordo, per mantenere il riscaldamento tra 1,5°C e 2°C, il mondo dovrebbe ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 e azzerare le emissioni entro il 2050. Ma la «Carta per la decarbonizzazione del petrolio e del gas», celebrata dalla Cop-28 come «un grande primo passo», già nella versione originaria (poi ulteriormente rivista al ribasso) prevede solo la fine della combustione di gas (metano) entro il 2030. Una manovra che lascia intatta la CO2, principale gas responsabile dell'effetto serra, prodotto da petrolio e carbone.
Secondo Oxfam, nel 2019 l'1% più ricco era responsabile delle stesse emissioni di carbonio del 66% più povero del mondo, ovvero 5 miliardi di persone. Le emissioni di carbonio dell'1% più ricco annullano il profitto generato da 1 milione di turbine eoliche. I super-ricchi sono responsabili del 16% di tutte le emissioni di carbonio del pianeta dal 1990.

 

Brasile: cosa (non) cambia con Lula su petrolio e Amazzonia

Lula è andato alla Cop e ha tenuto molti discorsi incolpando i Paesi ricchi per la catastrofe ambientale. Tuttavia, un altro interesse del governo Lula alla conferenza è diventato presto chiaro: l'adesione all'Opec+ (una sorta di gruppo allargato del blocco dei maggiori produttori di petrolio). La mossa rafforza il blocco dei produttori di petrolio e va contro l'urgente e necessaria transizione energetica di cui il Brasile e il mondo hanno bisogno per combattere la crisi climatica.
Durante la conferenza, il presidente di Petrobras [la più grande compagni petrolifera brasiliana, ndt], Jean Paul Prats, ha firmato accordi con le compagnie petrolifere e ha anche avuto il tempo di provare a vendere Braskem al presidente della Cop Al-Jaber. Ha anche detto che Petrobras sarà una delle ultime aziende al mondo a smettere di esplorare il petrolio. Lula è andato nella stessa direzione e ha detto: «Petrobras non smetterà di cercare petrolio, dobbiamo ricordarcelo, perché i combustibili fossili continueranno a funzionare nell'economia mondiale per molto tempo».
Lula non nasconde il suo «sogno» di esplorare il petrolio in Amazzonia, che in realtà sarebbe un incubo per i popoli della regione e per gran parte dell'umanità. Uno studio dell'Agência Pública/Seeg ha concluso che se si esplorasse tutto il petrolio del margine equatoriale, le emissioni di gas serra derivanti dalla sua combustione annullerebbero i benefici per il pianeta ottenuti dalla riduzione della deforestazione in Amazzonia. Secondo lo studio, «se tutto quel petrolio venisse bruciato, verrebbero emesse tra i 4 e i 13 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), il principale gas serra. Questo è quasi quello che gli Stati Uniti (5,3 miliardi di tonnellate) e la Cina (12,3 miliardi di tonnellate) hanno emesso nel 2020». Lo studio mostra anche che le emissioni dal Margine Equatoriale sarebbero il triplo di quelle che il Brasile si è impegnato a emettere entro il 2030, nell'obiettivo presentato nell'Accordo di Parigi.
Nel frattempo, Petrobras ha annunciato una riduzione degli investimenti nelle fonti di energia rinnovabile. Dei 102 miliardi di dollari di investimenti previsti da Petrobras fino al 2028, solo 5,5 miliardi di dollari andranno all'energia eolica/solare e 5,5 miliardi di dollari all'idrogeno, una miseria. Si investe poco per continuare ad ingrassare i portafogli degli azionisti privati dell’azienda, che l'anno scorso hanno ottenuto 215 miliardi di dollari di dividendi. Non è un caso che il Brasile sia finito per essere il vincitore del Fossil Trophy alla Cop-28, un premio tutt'altro che onorevole per un Paese che vuole guidare l'azione per il clima nel mondo.

 

Non esiste un capitalismo verde

L'installazione di nuove fonti di energia pulita è l'unico modo per limitare le temperature al di sotto dei 2°C. Ma questo richiede una trasformazione urgente, rivoluzionaria e senza precedenti dell'approvvigionamento energetico, su scala globale.
In una società socialista, basata su un'economia pianificata controllata democraticamente dai lavoratori, lo sviluppo di queste tecnologie farebe un salto da gigante. Ma, con i vincoli del capitalismo, la transizione energetica non è altro che una farsa. Negli ultimi anni ci sono stati progressi concreti nella tecnologia disponibile che può sostituire la matrice fossile, ma il capitalismo è un ostacolo al suo sviluppo e quindi serve solo a permettere ad alcuni miliardari di ottenere un qualche profitto di monopolio.
I governi danno enormi sussidi alla produzione fossile. Si stima che fino al 2030 verranno spesi 570 miliardi di dollari all'anno per l'esplorazione di petrolio e gas. Allo stesso tempo, c'è una corsa all'esplorazione delle ultime grandi riserve petrolifere, come le riserve dell'Alaska, che Joe Biden vuole sfruttare; il Margine Equatoriale, sognato da Lula; il petrolio artico russo, ambito da Putin; e riserve al largo delle coste dell'Africa orientale, esplorate dalla Cina.La logica capitalistica rende impossibile una vera transizione della matrice energetica. In realtà, le soluzioni presentate (dalle auto elettriche all'idrogeno verde) servono solo ad aprire nuove frontiere per i grandi capitalisti per il profitto, e non a prevenire la distruzione della biosfera. Al massimo si creerà un «mix» energetico, una combinazione di fonti energetiche rinnovabili con fonti fossili, incapace di contrastare il riscaldamento globale.
Il «capitalismo verde» serve solo a creare nuove nicchie di mercato e alle aziende di incorporare nei loro marchi l'etichetta «sostenibile» del marketing verde, il cosiddetto greenwashing.
La transizione energetica richiederà una vera rivoluzione delle forze produttive, che può essere realizzata solo in una società socialista che liberi la scienza e gli esseri umani dallo sfruttamento e dall'oppressione. O il capitalismo viene superato da una nuova società socialista che rivoluziona i rapporti di produzione su scala globale, o la barbarie climatica si abbatterà sull'umanità.

 

Note

1) https://it.wikipedia.org/wiki/Braskem

2)https://aussiedlerbote.de/it/in-brasile-si-profila-un-disastro-ambientale-a-causa-del-crollo-di-una-miniera-di-sale/

3) https://it.wikipedia.org/wiki/Vale_(azienda)

4)https://greenreport.it/news/inquinamenti/nuova-strage-mineraria-in-brasile-stesso-scenario-della-tragedia-del-rio-doce-del-2015-video/

5)https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_ambientale_di_Brumadinho#:~:text=Il%20disastro%20ambientale%20di%20Brumadinho,Stato%20brasiliano%20del%20Minas%20Gerais

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