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Da allora, il governo Tsipras è stato conforme a politiche strettamente neo-liberali, svendendo il Paese e attaccando selvaggiamente le condizioni di vita della popolazione, trasformando di fatto la Grecia in una colonia tedesca. Lo ha fatto fronteggiando una forte resistenza nelle strade. I lavoratori si sono resi protagonisti di ben quattro scioperi generali e di innumerevoli proteste e manifestazioni, molte delle quali represse con violenza dalla polizia. L'ultima protesta importante ha avuto luogo poche settimane fa ad Atene quando i pensionati sono scesi in strada contro la riforma delle pensioni.
Il rifiuto popolare al governo di Syriza, il partito che negli ultimi anni si era presentato come principale bastione "anti austerità" in Europa, è in costante aumento. Gli ultimi sondaggi elettorali mostrano una forbice di oltre 11 punti percentuali tra Nuova Democrazia (il vecchio partito della tradizionale oligarchia greca) e Syriza ormai in costante caduta libera. Syriza sconta il suo tradimento dopo il referendum sul memorandum.
Il parlamento greco ha privatizzato lo scorso dicembre 14 aeroporti regionali, comprati dalla tedesca Fraport per 1.2 miliardi di euro. L'impresa cinese Cosco, che già acquistò un'area del porto del Pireo nel 2009, ha siglato un accordo per l'aquisto del rimanente complesso portuale per 370 milioni. L'idea è quella di fare della Grecia il principale punto d'ingresso dei prodotti cinesi in Europa.
La compagnia ferroviaria Greca (Trainoise), sta per essere venduta alle ferrovie italiane, stessa sorte sta per toccare alle società idriche, alla metropolitana di Atene e a parte della rete elettrica così come previsto dal piano di privatizzazioni del governo. Quello che sta avvenendo in Grecia è un vero e proprio saccheggio del Paese. Si sta consegnando gran parte del patrimonio pubblico al capitale internazionale.
La crisi economica è devastante. Il debito pubblico è il 180% del PIL, il tasso di disoccupazione è del 23% e la crescità perderà un ulteriore mezzo punto quest'anno. Dal 2009, la crescita economica è in picchiata continua, ad eccezione del 2014 quando crebbe meno dell 1%. In questo quadro ad aggravare ulteriormente la situazione, è intervenuto anche il governo che ha approvato una durissima riforma delle pensioni, ha abbassato il salario minimo, ha attaccato il contratto nazionale di lavoro ed ha aumentato le tasse alle famiglie a basso reddito.
Nel 2015 abbiamo assistito a duri scontri dei lavoratori francesi con il governo Hollande e i padroni. La lotta contro una riforma del codice del lavoro francese molto regressiva, che attacca diritti storici della classe operaia francese, conquistati in decenni e decenni di lotte e scioperi generali, ha fatto notizia sulla stampa internazionale. Foto e video dei cortei operai in diverse città del Paese hanno attirato l'attenzione degli attivisti in tutto il mondo. La Francia della resistenza al nazismo e del maggio '68 è tornata a vivere nella memoria collettiva di migliaia di persone
Il ruolo della burocrazia della Cgt [la Cgil francese, ndt], che ha perso più di centomila iscritti nell'ultimo anno, nel tenere diviso il movimento, non organizzare lo sciopero generale e non chiamare alla lotta fino alla sua logica conseguenza, ha causato stanchezza e delusione di settori di avanguardia, il che è stato determinante per permettere l'approvazione della riforma. Hollande si è avvalso di uno dei meccanismi più antidemocratici della costituzione francese, un articolo che consente la possibilità di approvare una legge senza necessità di presentarla e porla ai voti nell'assemblea nazionale (il parlamento francese).
La repressione del governo non ha precedenti nella storia degli ultimi settant'anni del Paese, secondo l'opinione dei compagni del sindacato Solidaires, organizzazione che ha avuto un ruolo attivo in questa lotta.
La UE è una macchina da guerra del capitale finanziario contro la classe lavoratrice e le popolazioni sfruttate dell'Europa. Gli attacchi sono brutali e ripetuti su scala continentale, la resistenza deve svilupparsi sullo stesso piano. La solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori di tutto il continente deve crescere in maniera proporzionale all'intensificarsi degli attacchi. Dobbiamo riprendere la mobilitazione, è l'unica strada possibile.