Brasile
Nonostante il boicottaggio
dei principali
sindacati
la classe operaia ha scioperato
di
FR
Il 30 giugno il Brasile ha vissuto il suo
secondo sciopero generale contro il governo e le sue controriforme del lavoro e
della previdenza.
Lo sciopero e le proteste hanno coinvolto numerose
categorie: dagli operai metalmeccanici ai lavoratori dei trasporti, dai
lavoratori degli idrocarburi ai bancari, ai professori e al pubblico
impiego.
Le grandi centrali sindacali (Cut, Forza sindacale, Ugt) si sono
inizialmente rifiutate di proclamare lo sciopero che era proposto dalla sola
Conlutas, proponendo generiche manifestazioni. Poi, sotto la pressione della
loro base, hanno dovuto accogliere l'appello della Csp Conlutas proclamando lo
sciopero formalmente. Ma hanno attuato all'interno delle varie categorie per
limitare la partecipazione e le manifestazioni. In qualche caso non muovendo un
dito per la riuscita dello sciopero, altrove pronunciandosi esplicitamente
contro l'adesione.
Ancora una volta alla testa della lotta sono stati la Csp
Conlutas, il più grande sindacato di base e il Pstu, sezione brasiliana della
nostra Internazionale, che ha un ruolo dirigente nella Conlutas.
Nonostante i mille ostacoli frapposti dalle
burocrazie che, in generale, insieme al Pt, puntano tutto sulle prossime
elezioni del 2018 e su un ritorno del centrosinistra e di Lula, lo sciopero è
riuscito, seppure con elementi di forza differenti nei diversi Stati del
Paese.
In città come Sao José dos Campos (dove si concentrano una parte
importante delle aziende multinazionali), Recife, Porto Alegre, lo sciopero è
stato forte. A Sao José e Jacarei, lo sciopero ha bloccato la General Motors, la
Hitachi e paralizzato completamente tutte le aziende dell'indotto. Molte
categorie di peso della classe operaia hanno incrociato le braccia, paralizzato
la produzione e i trasporti, realizzato grandi manifestazioni. In altre, dove
maggiore è stato il peso dei sindacati burocratici, gli esiti sono stati minori.
A San Paolo, per esempio, solo la Conlutas ha difeso lo sciopero nell'assemblea
dei lavoratori della metropolitana. Nell'Abc, la Cut è riuscita a ostacolare
fortemente lo sciopero.
In varie città, grazie al ruolo della Csp
Conlutas e del Pstu, i lavoratori hanno organizzato blocchi stradali: così hanno
fatto ad esempio a Osasco i metalmeccanici della regione. A Santos i lavoratori
portuali hanno bloccato il porto. A Campinas le vie di accesso alla città sono
state bloccate. La raffineria Petrobras di Paulinia si è fermata completamente.
I lavoratori edili diretti dalla Conlutas hanno bloccato i cantieri in gran
parte del Paese.
A Rio de Janeiro le vie principali della città sono state
invase dai manifestanti. Picchetti sono stati organizzati davanti a centinaia di
aziende a Recife, Salvador. Decine di grandi cortei hanno attraversato le
piazze.
In molte parti del Brasile i lavoratori si
sono scontrati con una dura repressione e la polizia ha fatto cariche selvagge,
usando i gas e arrestando alcuni dirigenti sindacali.
Un resoconto
dettagliato dell'andamento dello sciopero si può leggere sul sito del Pstu:
www.pstu.org.br
Come ha dichiarato Luiz Carlos Prates
("Mancha"), dell'Esecutivo della Csp Conlutas: "Lo sciopero dimostra che c'è una
grande disposizione della classe lavoratrice a lottare. Al contempo dimostra che
le grandi centrali sindacali hanno esitato fino all'ultimo. Nonostante questo si
è dimostrato che sono i lavoratori che mandano avanti il Paese, se si fermano,
si ferma il Brasile."
Ora la Conlutas e il Pstu continuano nella
loro battaglia per rafforzare ulteriormente il fronte di lotta e arrivare a un
altro grande sciopero generale che non solo sconfigga le controriforme del
governo ma che faccia cadere il governo e il parlamento. Forti delle lezioni che
i lavoratori possono trarre da questa giornata sul ruolo delle burocrazie
sindacali. E' necessario sviluppare ulteriormente i comitati di lotta dal basso
che si stanno organizzando in tutto il Brasile e che possono essere lo strumento
con cui contrastare anche la vergognosa capitolazione dei burocrati asserviti
alla borghesia e di tutta la sinistra riformista e semi-riformista che si accoda
al carro di Lula.