Partito di Alternativa Comunista

No alla repressione, sì alla ribellione: Emilio libero! di Stefano Bonomi

No alla repressione, sì alla ribellione: Emilio libero!

 

 

 

 

di Stefano Bonomi

 

 

Vedere l'orgoglio e la fierezza negli occhi di Emilio bucare gli schermi dei vari media che hanno diramato la triste notizia ci riempie di orgoglio e determinazione per continuare la lotta a tutto campo contro questo sistema che devasta le nostre vite e l'ambiente. Con il beneplacito dell'intera catena di comando delle varie istituzioni, mercoledì pomeriggio la Digos ha portato nel carcere Le Vallette di Torino uno degli attivisti più colpiti dalla repressione sempre più asfissiante che l’occupazione militare dello Stato italiano porta avanti da troppi anni nei confronti della comunità resistente valsusina.
Repressione che ha portato all'estradizione dello stesso Emilio in Francia dove subirà un processo «stile terrorismo» per essersi reso protagonista del gravissimo «reato» di antirazzismo militante nei confronti dei migranti in cerca di fortuna attraverso la via transfrontaliera delle montagne che sovrastano la Valle ribelle.
Mercoledì pomeriggio è andato in scena l’ennesimo atto prevaricazione antipopolare, dettato dai governi del partito trasversale del profitto ad ogni costo, contro chi ha fatto della solidarietà concretamente antirazzista il senso della propria vita. Quello che è avvenuto, a Bussoleno, davanti agli occhi sbigottiti degli attivisti in presidio permanente, rappresenta una ulteriore plastica dimostrazione del fatto che i governi della borghesia non potranno mai rappresentare le istanze che provengono dal popolo degli sfruttati.
Eh sì caro amico, fratello e compagno Emilio, noi, militanti di Alternativa Comunista rilanciamo con rabbia le parole urlate in quei concitati momenti: Non ci fermerete mai! Emilio resisti! Vogliamo che tu, gigante buono, possa tornare immediatamente operativo, con gli altri attivisti, per progettare lottando, tutti insieme, un futuro migliore: un futuro libero dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e da ogni tipo di oppressione e devastazione.
È con questa prospettiva che ci prepariamo a raggiungere la nostra amata Valle di Susa in occasione di una data fondamentale per l'intero movimento e non solo: l’8 dicembre 2021 rimettiamoci in marcia per Emilio e per tutte le vittime proletarie della repressione di tutti i governi dei padroni a ogni latitudine del globo. Uniti e in lotta: «a sara’ dura»… sconfiggerci!

 

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