Partito di Alternativa Comunista

Primo Maggio: tutto quello che c’è da imparare ce lo insegna la lotta dei lavoratori Alitalia!

Primo Maggio:

tutto quello che c’è da imparare ce lo insegna la lotta dei lavoratori

Alitalia!

 

 

di Diego Bossi

 

 

Spesso, in occasione di date importanti come il Primo maggio, si dice – e ci diciamo – che non bisogna vivere queste giornate come semplici ricorrenze da calendario, poiché esse sono giornate di lotta e vanno celebrate tributando alla lotta il suo ruolo di protagonista nella storia.
A ben guardare la propaganda borghese, il Primo Maggio, celebra la «Festa del lavoro», facendo eco al logoro incipit della Costituzione borghese: «L’Italia è una repubblica fondata sul “lavoro” (...)». Si guardano bene dal pronunciare la parola «lavoratori», eppure sta tutto in quel suffisso mancante il senso del Primo maggio: per la borghesia e i suoi governi non si celebra il lavoratore, ma il lavoro; e il lavoro nel capitalismo è il lavoro salariato, dove la stragrande maggioranza dell’umanità vende a una minoranza di capitalisti sangue e sudore in cambio di sopravvivenza.
Vogliamo poi parlare della parola «Festa»? No, meglio non parlarne, perché da festeggiare i lavoratori non hanno proprio un bel niente, molti nemmeno il giorno di riposo, spesso traditi da quelle direzioni sindacali che avrebbero dovuto rappresentarli. Indimenticabile il monito di Susanna Camusso il Primo maggio del 2015, in occasione dell’apertura della Scala per inaugurare l’Expo delle mafie e degli speculatori, che dallo scranno più alto della Cgil, per garantire lo show dei capitalisti e dei loro politicanti, violentò senza pietà il giorno più importante dei lavoratori e pontificò: «Sarebbe un grave errore non consentire l’apertura del sipario il Primo maggio. È un danno per i lavoratori del mondo della cultura». Fu così la che la Turandot andò in scena per l’alta borghesia meneghina mentre nelle vie del centro impazzava la protesta.
Ma se il 2015 fu ricordato come il Primo maggio di Expo, il 2021 verrà ricordato come il Primo maggio di Alitalia, perché questa lotta, imponente nella quantità ed esemplare nella qualità, ha il potere di tracciare un solco da seguire, segnando l’unica via percorribile dalla classe lavoratrice per riscattarsi dallo sfruttamento capitalistico.
Se vi state chiedendo quali sono i motivi che conferiscono alla lotta dei lavoratori Alitalia l’importanza che ha, allora – è proprio il caso di dirlo – allacciate le cinture ché si vola!

 

Il Fronte unico

Il merito più grande che i lavoratori Alitalia stanno dimostrando di avere in questi giorni è senza dubbio la loro capacità di fare fronte unico. Infatti stanno manifestando uniti sulla base di tre importantissime parole d’ordine: Alitalia unica, pubblica e senza licenziamenti. La determinazione a lottare dei lavoratori è stata maggiore delle brame concertative di alcune direzioni sindacali, che si sono viste costrette a inseguire la loro base in percorsi di lotta unitari.

 

Contro tutti

Le lavoratrici e i lavoratori Alitalia storicamente hanno lottato contro corrente perché si sono sempre ritrovati tutti contro: i capitalisti senza scrupoli che hanno lucrato sulla compagnia usandola come bancomat, i governi al servizio del capitale e dell’Unione europea che hanno portato Alitalia al fallimento, le direzioni opportuniste delle burocrazie sindacali che li hanno svenduti ai padroni, l’utenza e l’opinione pubblica dirottate ad arte da una delle più infami campagne mediatiche, che ha dipinto gli 11 mila lavoratori Alitalia come dei fannulloni privilegiati, scaricando su di loro le responsabilità di un fallimento tutto ad opera, uso e consumo del capitalismo. Non una sola parola sui 12 mila posti di lavoro perduti negli ultimi 15 anni, né una parola sul salario medio tra i più bassi in area euro, insieme ai portoghesi, dei lavoratori di Alitalia rispetto ai loro colleghi di altre compagnie di bandiera.

 

Determinazione e coraggio

A rendere la lotta dei lavoratori Alitalia una lotta esemplare vi è stato poi l’evento che ha segnato indelebilmente una delle più belle pagine della storia sindacale italiana: il referendum che il 24 aprile del 2017, con un’affluenza di oltre il 90% degli aventi diritto al voto, bocciò con un sonoro 67% di voti contrari l’ennesimo piano lacrime e sangue. Quel risultato storico giunse dopo un percorso di lotta che contò ben 4 scioperi, in un contesto di tensione altissima, dove l’allora governo Renzi, le direzioni complici dei sindacati confederali, la stampa e le televisioni borghesi spingevano senza sosta per il voto favorevole.
La lucidità, la determinazione e il coraggio delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia furono tali da sconfiggere i timori, i ricatti occupazionali e le logiche di frammentazione sindacale. Quel Primo maggio assunse per tutti i lavoratori in lotta del Paese il vero significato politico della lotta di classe, rendendo chiara a tanti la differenza tra «Festa del lavoro» e «Giornata internazionale di lotta dei lavoratori»; migliaia tra operai, impiegati, personale di volo e di terra, mostrarono la loro dignità rifiutando la corruzione individuale in cambio della resa; affrontando il commissariamento e continuando a lottare per il loro futuro e per la difesa di tutto il patrimonio inestimabile di lavoro, scienza e sinergie che hanno fatto le glorie dell’aviazione civile autoctona.

 

Internazionalismo

Da ultima, ma non per importanza, spicca la caratura internazionale di cui si fregia la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia: per motivi oggettivi della categoria che è strutturata a livello globale, mettendo a stretto contatto  lavoratori di tante nazionalità; ma anche per motivi soggettivi fatti di astute scelte delle avanguardie di lotta che hanno da sempre cercato di internazionalizzare la vertenza, praticando, come requisito irrinunciabile, la solidarietà di classe tra lavoratori di diversi Paesi.

 

Conclusioni

Siamo giunti al termine di questo breve «volo» riepilogativo, dove abbiamo voluto cogliere il senso di questo Primo maggio attraverso la lotta dei lavoratori Alitalia.
Come Partito di alternativa comunista sosteniamo con convinzione la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia, e lo facciamo in maniera attiva e concreta attraverso l’azione incessante di uno dei nostri più importanti dirigenti, Daniele Cofani, che da operaio Alitalia è sempre stato protagonista delle lotte sindacali nella compagnia, profondendo il suo impegno dentro e fuori la categoria aeroportuale e cercando sempre di connotare le lotte con l’internazionalismo e l’unità d’azione dei lavoratori, di tutti i lavoratori, a prescindere dalla loro collocazione sindacale. E questo spiega meglio di mille parole la nostra posizione all’interno della lotta dei lavoratori Alitalia.
Alle lavoratrici e ai lavoratori Alitalia in lotta diciamo che il nostro partito sarà al loro fianco fino alla vittoria, la loro lotta, oltre ad essere tra le principali e più importanti lotte del Paese, è la nostra lotta!
I lavoratori Alitalia rivendicano una compagnia di bandiera unica, senza frammentazioni in diverse società; rivendicano una compagnia pubblica e l’unico modo per dare concretezza al termine «pubblico», cioè di tutti e al servizio di tutti, è la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori; infine respingono con forza qualsiasi piano che preveda licenziamenti: quanto ancora devono pagare i lavoratori per gli errori gestionali della classe dirigente e le politiche imperialiste dell’Unione europea?
Le rivendicazioni dei lavoratori Alitalia sono le rivendicazioni di tutta la classe lavoratrice; e le rivendicazioni di tutta la classe lavoratrice sono le rivendicazioni dei lavoratori Alitalia. Perché il male che genera le nostre disgrazie e sta portando miseria e morte in tutto il pianeta è lo stesso: il capitalismo! Un sistema da rovesciare, per sottrarre la forza lavoro di miliardi di persone dalle mani di una minoranza di borghesi miliardari.
A chiunque legga questo nostro articolo, vogliamo dare un messaggio importante. Quando vi capiterà di vedere nelle vostre città o negli aeroporti le lavoratrici e i lavoratori Alitalia in manifestazione, non prendetevela con loro per qualche disagio, loro sono le prime vittime che hanno pagato con migliaia di licenziamenti e anni di disoccupazione e non con il ritardo o la cancellazione di un volo. Loro stanno lottando per migliorare il servizio e garantire la sicurezza a tutti i passeggeri. Andate a conoscerli e a parlare con loro, mettetevi dietro al loro striscione e unitevi al loro grido di rabbia. Proverete la sensazione ineguagliabile di stare dalla parte giusta della storia.

 

 

 

 

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