Partito di Alternativa Comunista

18 settembre, Firenze: una prova di forza da non disperdere

18 settembre, Firenze: una prova di forza da non disperdere

 

 

di Diego Bossi (operaio Pirelli)

 

 

 

Sabato 18 settembre a Firenze si è svolta un’imponente manifestazione nazionale in solidarietà e sostegno alla lotta dei lavoratori Gkn, industria del settore automotive tra le prime ad approfittare dello sblocco dei licenziamenti per chiudere i battenti e licenziare 422 lavoratori. Un provvedimento, quello del governo Draghi per conto di Confindustria, che — dobbiamo ricordarlo — porta in calce la firma di Maurizio Landini che dallo scranno più alto del più importante sindacato d’Italia si è limitato a «raccomandare» di non licenziare prima di aver esaurito la cassa integrazione disponibile. Praticamente una richiesta di attesa prima della condanna.
I lavoratori Gkn, in presidio permanente nella loro fabbrica fin dal primo giorno, hanno dimostrato da subito di essere una delle realtà più combattive del Paese, organizzando diverse manifestazioni di livello nazionale come quella di sabato, dove un corteo di circa 20 mila persone ha invaso le strade di Firenze.
Operai in lotta da tutte le regioni d’Italia hanno raggiunto il capoluogo toscano per portare solidarietà e gridare la loro rabbia per le condizioni disumane imposte dal governo Draghi (così come dai governi precedenti) rappresentante degli interessi dei padroni. Tra le centinaia di realtà in lotta ricordiamo la presenza delle lavoratrici e dei lavoratori Alitalia e del Comitato Tutti a bordo - No al piano Ita che stanno lottando da anni contro gli attacchi dei governi borghesi che vogliono svendere, spacchettare e ridimensionare la compagnia di bandiera e che oggi col passaggio a Ita rischiano una ristrutturazione che lascerà per strada almeno 7 mila lavoratori: il più grande licenziamento degli ultimi anni intenzionalmente oscurato da tutti i media!
Sabato 18 settembre a Firenze tante vertenze si sono unite dimostrando che la classe operaia quando si unisce nella lotta e si organizza con le proprie avanguardie alla testa può diventare inarrestabile. Noi di Alternativa comunista eravamo presenti e continueremo a sostenere la lotta dei lavoratori Gkn e di tutti i lavoratori in lotta, «insorgendo» insieme con loro verso uno sciopero generale di massa che arresti questo sistema criminale, il capitalismo, che massacra i lavoratori e le masse popolari per l’interesse dei padroni. Siamo orgogliosi che il nostro compagno Daniele Cofani, tra i principali dirigenti della lotta in Alitalia, sia intervenuto alla fine del corteo, ricordando la necessità di lottare uniti per abbattere questo sistema economico e sociale (https://youtu.be/eqQnJeCiNRI).
A Firenze migliaia di lavoratori hanno gridato la loro rabbia contro gli attacchi incessanti e insostenibili del governo Draghi, una rabbia che non va dispersa: è urgente costruire un grande sciopero generale unitario e di massa.
Altre scadenze di mobilitazione e di lotta sono già in programma: dalla giornata internazionale per il clima del 24 settembre allo sciopero del sindacalismo di base dell’11 ottobre. Noi saremo presenti, ricordando alle direzioni del movimento operaio che ciò che serve non è sedersi a un tavolo per contrattare qualche briciola con il governo e con i padroni: occorre trasformare la rabbia operaia che abbiamo visto a Firenze in una grande azione di sciopero e di massa fino a cacciare il governo Draghi e gli interessi capitalistici che rappresenta!

 

Ultim'ora

Il tribunale di Firenze ha obbligato la Gkn a ritirare i licenziamenti già in essere per violazione dello Statuto dei lavoratori: l'azienda, infatti, non ha «informato» il sindacato delle sue reali intenzioni. In altre parole: la magistratura condanna l'azienda non tanto per aver licenziato (diritto che viene riconosciuto ai padroni nell'ordinamento borghese e che la magistratura non mette in discussione), bensì per averlo fatto senza prima consultare il sindacato presente in fabbrica. Ovviamente, giudichiamo positivo il fatto che l'azienda sia costretta a ritirare (per ora) i licenziamenti, ma riteniamo che gli operai non debbano gridare vittoria né, soprattutto, abbassare la guardia. In questi anni abbiamo visto migliaia di fabbriche definitivamente chiuse con il consenso delle direzioni sindacali, magari in cambio di qualche ammortizzatore sociale (cassa integrazione). Sappiamo bene (e lo sanno soprattutto gli operai che lavoravano in quelle fabbriche) come è andata a finire: migliaia di operai, dopo qualche anno di sussidi, hanno dovuto fare i conti con disoccupazione e precarietà. È quello che sta avvenendo in questi giorni alla Gianetti Ruote, una delle fabbriche che si sono affrettate a licenziare dopo lo sblocco dei licenziamenti: gli operai rischiano di trovarsi tutti su una strada.
Ribadiamo quanto espresso nella nota: la dimostrazione di forza del 18 settembre non va dispersa. Occorre continuare la lotta, proseguire con l'occupazione della fabbrica e il presidio permanente, estendere la solidarietà, costruire un grande sciopero generale di massa che respinga gli attacchi del governo Draghi e dei padroni. Non sarà certo un giudice a fermare i licenziamenti. La via d'uscita sta nella lotta operaia, i lavoratori possono vincere solo con la nazionalizzazione sotto il controllo operaio della Gkn e di tutte le fabbriche che chiudono e licenziano. «L'insurrezione» non si ferma!

 

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